domenica 10 gennaio 2016

Elezioni a Roma: C'è un piano per neutralizzare Marino?

immagine tratta dal sito linkcoordinamentouniversitario.it
"A pensar male degli altri si fa peccato ma spesso si indovina" una frase storica di Andreotti che non fa parte della nostra filosofia perchè vogliamo attenerci solo a dati obiettivi.
Leggendo alcuni articoli, sulle prossime elezioni romane, pubblicati dal "Corriere della Sera" e da "Il Messaggero" di sabato 9 gennaio, siamo rimasti esterrefatti.
Sembra venir fuori la sensazione che gli stessi autori di quel lavoro sotterraneo, fatto nell'autunno scorso per fare fuori il sindaco di Roma, si siano messi di nuovo all'opera per cercare di neutralizzarlo alle prossime elezioni.
Chiaramente, se fosse vero, si tratterebbe di manovre di palazzo di cui non abbiamo altri elementi che le indiscrezioni pubblicate sui giornali citati arricchite dai chiacchericci intercettati tra personaggi di bassa manovalanza.
Provando a fare un riassunto delle dichiarazioni recenti sulla stampa e agganciandole alle indiscrezioni viene fuori uno scenario inquietante. Proviamo a riepilogare gli avvenimenti elencando le pubblicazioni di questi giorni:

1) Meno di una settimana fa Il coordinatore nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà, Nicola Frantoianni, replicava al PD dicendo che non sono possibili alleanze alle amministrative con un partito che fa politiche di destra con Alfano e Verdini. 
2) Lo stesso giorno l'ex Capogruppo Gianluca Peciola lanciava pubblicamente l'idea di una unione di tutta la sinistra per primarie che includessero anche Marino. 
3) Il giorno dopo il coordinatore romano Paolo Cento, in un'altra dichiarazione su una testata online, confermava l'orientamento di SEL a sostenere il candidato Stefano Fassina di Sinistra Italiana.
Sembrava quindi che SEL e il PD andassero in rotta di collisione e che un altro scenario per il Campidoglio sarebbe stato possibile. 
4) Spunta ora l'iniziativa dei minisindaci del 23 gennaio che, in base a quanto dichiarano, vorrebbero costruire un "centrosinistra" dei territori su basi diverse dal passato. E quindi sembrerebbero reclamare la continuità dell'alleanza PD-SEL al Comune di Roma e nei Municipi.
5) Dalle dichiarazioni odierne più recenti di esponenti di SEL, l'alleanza con il PD non è più esclusa, a patto che "si facciano cose di sinistra".
Tutti noi potremmo essere indotti a pensare che l'asticella di un accordo tra PD e SEL sia merito di pressioni dal territorio.
Ma non è che nelle stanze nazionali e regionali si staranno muovendo cose che "noi umani non potremmo lontanamente immaginare"?
6) Rimaniamo strabiliati nell'apprendere da un articolo del corriere della sera del 9 gennaio di un possibile ticket alla guida del campidoglio tra Roberto Giachetti e Paolo Cento (30 mesi uno e 30 mesi l'altro?)
7) Inoltre altra cosa strabiliante, il Messaggero del 9 gennaio, in un articolo di Simone Canettieri, fa trapelare indiscrezioni, secondo le quali, il PD starebbe studiando il modo di sistemare e "ricompensare" (passateci il termine) i 19 consiglieri comunali "accoltellatori":
Per una parte di loro, sempre secondo il Messaggero, sarebbe pronta una candidatura come presidente di Municipio. 
Se fosse vero ci chiederemmo: E' un riciclo verso il basso che potrebbe non destare nell'occhio e passare inosservato? 
Forse perchè pensano che se si vota al municipio un consigliere e una lista, si ritrova automaticamente quel presidente di Municipio e ci si rassegna? 
E dove andrebbero a finire, invece, i minisindaci attuali cedenti posto? Scrive il Messaggero che farebbero la staffetta e sarebbero inseriti nelle liste comunali.
Riceverebbero così quel premio di carriera intermedio che tutti si aspettano prima di andare a Montecitorio. 
Il risultato, se queste ricostruzioni giornalistiche fossero fondate, è il salvataggio di "capra e cavoli": 
i consiglieri comunali uscenti sarebbero riciclati, alcuni come presidenti di municipio, altri con incarichi politici in uffici un po' nascosti all'attenzione generale.
Ma se questo scenario fosse veramente fondato e non una fantasia dei giornalisti del Corriere e del Messaggero quale potrebbe essere stato l'elemento che ha fatto rientrare nei ranghi il partito di SEL che scalpitava?
A noi viene in mente la Regione Lazio: Se la Regione Lazio è governata da un presidente PD e da un vice di SEL cosa potrebbe aver detto il presidente PD al vice di SEL quando ha letto le dichiarazioni di Frantoianni? Anzi, cosa potrebbe aver detto, dopo che Renzi ha letto le dichiarazioni di Frantoianni e, magari, ha telefonato a Zingaretti?
Lasciamo a tutti immaginare... Magari è bastata una telefonata di Palazzo Chigi ed ecco lì che l'accordo è fatto.
Infatti uno strappo di SEL al Campidoglio avrebbe potuto provocare lo sfratto dalla Pisana del vice presidente Smeriglio e di tutta la sua squadra collocata in posti chiave. 
E uaalà il gioco delle 3 carte è fatto. 
Marino, in questo scenario ipotetico, non avrebbe apparentemente sponde e alleati e dovrebbe giocarsela in solitario.
Ma nella realtà davanti a questo scenario da retrobottega come reagirebbero gli elettori romani?
A nostro avviso, la maggioranza dei cittadini romani, se debitamente informati, farebbero arrivare al ballottaggio Ignazio Marino e il candidato 5stelle  (E diciamoci pure che molti elettori, se non ci fosse Marino candidato, non andrebbero a votare o voterebbero i 5stelle)
Noi ci auguriamo di aver dato conto di ipotesi pubblicate dai giornali e nostre fantasiose deduzioni senza fondamento reale e ci auguriamo anche che Marino sia valorizzato come risorsa e come candidato a sindaco di una grande coalizione. 
Ma se così non fosse?
Visto che un po' di professionisti della politica e di malfattori sono stati fatti fuori dal procuratore Pignatone, i cittadini, stavolta, faranno il resto nelle urne...  Finalmente!

Il Marziano libero blogger


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