venerdì 10 giugno 2016

IGNAZIO MARINO SI E' SCHIERATO PER IL BALLOTTAGGIO

L'annuncio è arrivato, con buona pace e per la soddisfazione del conduttore della trasmissione "Agorà" che ieri sembrava solo interessato a sentire la dichiarazione di voto di Ignazio Marino.
Marino stavolta si schiera e lo fa dalle colonne del quotidiano "La Stampa", con buona pace anche del conduttore della trasmissione "Stampa e Regime" di Radio Radicale il quale ci è parso commentare la notizia con una certa irritazione per l'affondo di Marino contro Roberto Giachetti, un ex di radio radicale. ("...E' una cosa incredibile questo personaggio" ha detto il giornalista di radio radicale riferendosi a Marino).Era talmente contrariato il conduttore di Radio radicale che ha raccomandato agli ascoltatori di sentirsi la registrazione di una deposizione del processo "Mafia Capitale" in cui un ex assessore della Giunta Marino, sentita come testimone, direbbe "quanto Marino abbia fatto per fermare o no le vicende che si svolgevano dietro la sua giunta..."
Forse il giornalista di radio radicale si riferiva all'assessore alle Politiche Sociali Rita Cutini che è stata, immaginiamo con suo dispiacere, sostituita dall'ex sindaco con l'ottima Francesca Danese?
In ogni caso, non ci aspettavamo da un acutissimo giornalista questa reazione che appare "stizzita" contro Marino. 
Il processo Mafia Capitale, fino a prova contraria, vede Marino vittima reattiva fatta oggetto di minacce di morte, messa sotto scorta dal prefetto e soprattutto infangata continuamente, isolata dal suo stesso partito, per far accettare all'opinione pubblica il finale inedito e antidemocratico di "un'esecuzione notarile".

Ecco le parti salienti dell'intervista su "La Stampa" di Jacopo Iacoboni all'ex sindaco Ignazio Marino.

Ignazio Marino, si sta prendendo una rivincita, con le elezioni romane?
«No. A me quello che sta succedendo, il trionfo della Raggi e il Pd che arranca, non fa affatto piacere. Ma era inevitabile che accadesse. È in atto una strategia suicida del Pd, un partito che ho contribuito a fondare ma così com’è dev’essere totalmente rifondato. Questo non è il mio Pd, un partito che silura il suo sindaco, umilia la città mandando un commissario e poi cerca di imporre come sindaco un fedelissimo del premier ex capo di gabinetto di Rutelli». 

I suoi elettori, quelli che vennero a fare manifestazioni in Campidoglio, per chi hanno votato?  
«Io immagino che una parte non sia andata a votare; ma tra quelli che hanno votato, non escludo che qualcuno abbia votato il Pd e che molti abbiano votato per la Raggi; e una parte Fassina». 

La Raggi come le sembra?  
«Una persona determinata, non certo inconsapevole delle difficoltà; una donna intelligente, dai tratti caratteriali anche severi, e con una certa durezza. Non è intervenuta spesso in Consiglio comunale ma non era il capogruppo del M5s. Denigrarla è stata un’altra delle manifestazioni dell’arroganza di questa stagione del Pd, oltre che un grave errore tattico». 

Al ballottaggio per chi voteranno gli elettori di Marino?  
... Al ballottaggio saranno ancora di più i miei elettori che voteranno per la Raggi. Perché a quelli del primo turno si aggiungeranno anche molti che non avevano votato. Sa ieri dov’ero?».
 .....
Dove?  
«A Ostia. Miei antichi elettori mi hanno detto “votiamo la Raggi per dare uno choc al Pd”. Il segretario dei giovani democratici di Ostia mi ha invitato domenica a un dibattito. Io gli ho detto che vado ma di chiederlo a Orfini, gli ho chiesto se sapeva che il Pd dalla defenestrazione mi ha bandito da qualsiasi discussione nei circoli. La verità è che dalle periferie ci ha allontanato il commissario Orfini». 
 ....
Lei voterà turandosi il naso per Giachetti?  
«Voterò sicuramente, ma non voterò turandomi il naso, non sono tipo. Voterò respirando a pieni polmoni. Vorrei due impegni: uno, la promessa scritta che chi vince non farà più debito, quindi la continuità con la mia gestione. Due, l’impegno a non fare più porcherie politiche come quella imposta a me. Quindi io dico: se Giachetti si presenta con un foglio firmato da Renzi in cui dice che è stata un’azione gravissima deporre il sindaco con un atto notarile, lo voto. Altrimenti, mi dispiace, non posso votarlo». 
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P.S. A beneficio dei cronisti e opinionisti radiofonici, vogliamo precisare che questo blog non è gestito dall'ex sindaco Marino ma da un cittadino che gli è solidale per quanto ha dovuto subire da certa partitocrazia (partitocrazia che anche Pannella ha sempre condannato). Inoltre, la scelta dell'url "ignaziovox" non è autoironia, ma pura casualità e si riferisce all'informazione su Marino da un punto di vista diverso da quello dei palazzinari proprietari di giornali e da quello dei suoi carnefici che condizionano buona parte dell'informazione pubblica e della carta stampata.

giovedì 9 giugno 2016

Ostia ha capito le "manovre di palazzo" contro Ignazio Marino

Ieri allo stabilimento "Venezia" di Ostia c'erano una decina di poliziotti in divisa, armati, e alcuni in agenti in borghese.
Facevano parte della scorta e vigilanza per la tutela di 2 persone note che stavano tenendo un'assemblea con i cittadini di Ostia.
Parliamo di Federica Angeli, giovane giornalista de La Repubblica che vive sotto scorta  dal 17 luglio 2013, minacciata di morte per aver svolto un'inchiesta sul racket degli stabilimenti balneari e per aver testimoniato su uno scontro a fuoco tra clan di Ostia.
L'altro è Ignazio Marino, sindaco di Roma minacciato di morte forse per aver liberato, assieme ad Alfonso Sabella, il mare di Ostia dal lungomuro a pagamento, o forse per aver azzerato con una delibera di giunta tutti i progetti di cementificazione dell'agro romano dentro e fuori il raccordo anulare, o forse per aver chiuso Malagrotta o forse per aver rimosso i camion bar dal colosseo.
C'erano circa 200 persone ad ascoltare Federica Angeli e Ignazio Marino, una platea attenta che ha partecipato con numerosissimi interventi.
Un segretario del circolo dei giovani democratici di Ostia ha pubblicamente lodato l'azione del sindaco Marino e. "a suo rischio e pericolo", lo ha invitato per domenica prossima alle 18 presso la sede del circolo.
Una coordinatrice del partito democratico, titolare di un'edicola, ha affermato con commozione che per la prima volta nella sua vita ha potuto vedere la legalità a Ostia grazie al Sindaco Ignazio Marino.

"A testa alta" è il concetto che ha ripetuto Federica Angeli la quale non ha abbassato la testa davanti alle minacce delle cosche e davanti alle menzogne messe in piedi per isolarla.
Due persone che si sono ritrovate insieme, unite dallo stesso destino di una scorta al seguito e dall'esempio generoso dato alla città di una condotta morale che non si piega nè alle mafie e nè alla politica collusa dei partiti. Partiti che agiscono spesso, come nel caso di Ignazio Marino, in sintonia con le finalità delle mafie stesse.

giovedì 2 giugno 2016

CONCORSI ALL'EPOCA DI GIACHETTI (1996)

Premettiamolo: nessun funzionario comunale o politico è stato condannato per quel concorso per 32 posti di educatore bandito dal Comune di Roma il 20 agosto 1996.
Era sindaco Rutelli ed era capo di Gabinetto Roberto Giachetti.
C'è stata una corposa inchiesta penale durata 5 anni, dal 1997 al 2002, diretta dal PM Davide Iori e condotta dal nucleo di polizia giudiziaria di via In Selci.
Nel mese di luglio del 2002 il procedimento penale è stata archiviato.
C'è stata una sentenza di condanna del Comune di Roma da parte del TAR del Lazio 8 anni dopo, e successivamente, un paio d'anni oltre, un capovolgimento della sentenza del TAR da parte del Consiglio di Stato. 
Ma, come tutti sappiamo, non sempre la responsabilità giuridica coincide con l'etica politica. 
Ed è per questo che occorre ricordarcene oggi, alla vigilia delle elezioni amministrative del 5 giugno 2016. 
In quel concorso bandito dal Comune di Roma nei giorni successivi al ferragosto 1996 non erano previsti esami ma solo titoli.
I titoli di preferenza (cosiddetti requisiti) erano prestazioni di lavoro per il Comune di Roma.
Stranamente, tra le prestazioni autonome dei vincitori del concorso c'erano collaborazioni autonome con il Gabinetto del Sindaco svolte sia nel 95 che nel 96 (un progetto di lavoro stagionale a tempo per la terza età).
Baciati dalla fortuna, potremmo dire, alcuni psicologi e semplici operatori con diploma di maturità che, di colpo, senza avere un titolo specifico di educatore, si sono ritrovati ad essere assunti dal Comune di Roma, con la VI qualifica funzionale come educatori professionali.
Una delle vincitrici del concorso era addirittura presidente di una cooperativa sociale convenzionata con il Comune di Roma. La stessa, probabilmente spaventata dal rumore mediatico, si è dimessa immediatamente. 
In effetti, c'era da domandarsi come poteva esserci una concorrente presidente di cooperativa che firmava i contratti di servizio con il Comune di roma, dipartimento politiche sociali, e come, nello stesso tempo, potesse esserci nella Commissione del concorso il direttore del Dipartimento Politiche Sociali che firmava le convenzioni con le cooperative.
Lasciamo ai lettori la facoltà di farsi un'idea. Ci limitiamo solo a pubblicare alcuni titoli di giornali dell'epoca e i requisiti del bando di concorso.

Il Marziano libero blogger

lunedì 30 maggio 2016

MARINO E' TORNATO E VOTERA'...

Molti speravano che Ignazio Marino, sindaco di Roma scelto dagli elettori e fatto fuori dai partiti, se ne stesse "buono buono" nel chiuso delle librerie in giro per l'Italia.
Renzi e Giachetti erano tranquilli perchè avevano raggiunto quello che volevano: Marino pensa al suo libro, esprime le sue critiche "letterarie" ma non entra nel vivo direttamente nella campagna elettorale, non mette bocca sulle elezioni. Un equilibrio perfetto che probabilmente avrebbe fatto contenti Orfini, Esposito, Giachetti, Zingaretti ecc...
Invece, "dolcetto o scherzetto!"

A pochi giorni dalle elezioni Marino ricompare, prima su La7, poi si fa intervistare su Rainews facendo una dichiarazione finale di fuoco contro il Partito Democratico che, per far fuori un sindaco eletto dai romani, ha chiuso 19 consiglieri di maggioranza (+ 6 consiglieri del centrodestra e della lista del "Campione di polo" Marchini) nella stanza di un notaio.

Domenica pomeriggio 29 maggio,  Ignazio Marino, con un colpo a sorpresa, ha pubblicato sul suo
sito e sulla sua pagina facebook le foto con i nomi dei consiglieri che lo hanno "accoltellato" su commissione del "mandante".
Mancano pochissimi giorni alla chiusura della campagna elettorale per il primo turno.
L'identikit del candidato più vicino al Sindaco Marino per affinità politica e programmatica si sta tracciando attraverso il voto per esclusione.

Sono andati in agitazione molti per queste uscite delle ultime ore del "Marziano".
Molti commenti e reazioni velenose sui social testimoniano che Ignazio Marino fa ancora paura a questi parrucconi.
Ha portato a Roma una piccola rivoluzione di buon governo dei conti pubblici e di aria nuova che ha spaventato palazzinari, costruttori, lobbisti criminali e partiti inquinati.
Certo, come tutti in passato presente e futuro avrà commesso errori, forse sulle politiche sociali e del lavoro. Ma la squadra che l'apparato di partito gli ha messo alle costole era costruita appositamente per farlo cadere come nelle più classiche delle storie di m...


Il Marziano, libero blogger



domenica 3 aprile 2016

IL FANGO GRASSO DI ALDO...

Aldo Grasso, noto critico televisivo, dedica a Ignazio Marino la sua recensione di oggi sulla prima pagina del Corriere della Sera.

L'articolo sembra (ma non lo è) commissionato dalla parte peggiore del PD, cioè da quei personaggi del Partito che hanno replicato con insulti personali ("meschino", "incapace", "balle spaziali" "psichiatrico") ai contenuti di "Un Marziano a Roma".

Aldo Grasso, ovviamente, ha più stile e cultura rispetto a questi parlamentari e non scende così in basso ma usa due argomenti molto cari agli accoltellatori di Marino: 
1) Attribuisce al libro dell'ex Sindaco la finalità della resa dei conti, e quindi di vendetta;
2) Ridicolizza l'opera usando nel titolo il termine "autogol" per azzardare una similitudine con il personaggio fantasioso di Ennio Flaiano che, alla fine del racconto, non fa più notizia tra i terrestri e viene irriso dai giovinastri. 

Beh non c'è che dire. Quello che scrive Grasso è sempre stimolante ma vorremmo far notare al critico televisivo le sue 2 forzature strumentali casualmente funzionali ad una parte politica in lizza alle elezioni romane:

Il falso postulato della "resa dei conti" (vendetta)
La traduzione di un'esperienza amministrativa, molto forte e profonda, in un'opera letteraria si chiama "Cultura" ed è tutt'altro che "autoironia". 
Tanto più che, dal contenuto del libro, ricco di dati e caratterizzato da una "visione" della città, "Un Marziano a Roma" di Ignazio Marino potrebbe essere considerato un vero e proprio programma per il governo di Roma;

Il falso postulato dell'"autogol" per la presunta analogia con l'alieno di Flaiano
L'alieno di Ennio Flaiano non ha ricevuto minacce di morte, come Ignazio Marino, e non aveva la scorta.
L'alieno di Flaiano non aveva il sostegno di migliaia di cittadini come Ignazio Marino. 
Marino si è misurato con i problemi di una città che era ed è nelle mani di Organizzazione criminali e lobbies contigue ai partiti politici.
Nessun sindaco in questi 30 anni aveva mai osato sfidare così apertamente la mafia di Ostia e le lobby dei palazzinari e della monnezza. 

L'alieno di Flaiano non è stato bersaglio di così tanto fango mediatico, soprattutto da parte di quei palazzinari, proprietari di giornali, che non hanno potuto "mangiarsi" l'agro romano con il loro cemento.

Il Marziano libero blogger 




giovedì 31 marzo 2016

LA RINUNCIA DI MARINO, I SUOI TORTI E LE SUE RAGIONI

Eravamo in tanti nella sala della Feltrinelli di via Appia 427 e tenevamo in mano il foglio A4 con la scritta #marinocandidati. La sala era strapiena. Un intervistatore di grande professionalità come Franco Di Mare e un Marino in grande forma che ha risposto con efficacia a tutte le domande.
Noi, persone che ci abbiamo creduto e che non avevamo contatti diretti con lui, non potevamo essere preparati a quella decisione finale di rinuncia. 
Ma tutto questo è ormai alle spalle e adesso dobbiamo dirci con sincerità dove stanno le ragioni di Marino e dove stanno eventuali torti.  E dove sta la "terza via", quella  che lui forse vorrebbe  proporre a chi lo ha sostenuto con passione e calore.

Da dove vogliamo cominciare? Cominciamo dalle ragioni.

LE RAGIONI DI MARINO
Ignazio Marino è un uomo onesto, medico di fama che si è prestato alla politica per risolvere i problemi di Roma. La mafia e il suo partito e i partiti di opposizione e i giornali dei palazzinari, sin da subito, ne hanno fatto polpette, addebitandogli i mali di Roma. 
Una macchina del fango perfetta, iniziata con l'invenzione della Panda rossa per poi arrivare, con l'inganno di un giornalista, addirittura fino allo scranno di Papa Francesco.
Se Marino si fosse riproposto su quali forze avrebbe potuto contare? Come avrebbe potuto organizzare quella lista civica senza un partito alle spalle? 
La neonata associazione ParteCivile avrebbe potuto sostituire quel prepotente apparato fatto di circoli, camper, soldi, del migliaio di volontari che hanno caratterizzato la campagna elettorale del 2013? 
Poteva bastare a Marino il fedele gruppone di facebook o i gruppetti fb municipali per fare una campagna elettorale contro tutti i partiti e arrivare al ballottaggio al posto di Giachetti? 
Secondo la filosofia "siamo realisti vogliamo l'impossibile" Si, avrebbe potuto. 
Ma sappiamo bene che se gli hastag e i post di incoraggiamento e le dichiarazioni di amore non diventano impegno concreto sul territorio, informazione a tappeto e promozione capillare, quartiere per quartiere, del candidato, se non c'è la disponibilità personale a candidarsi e spendersi in prima persona, l'obiettivo non sarebbe stato raggiunto così facilmente. 
La grande spinta di Marino con un'apparizione a "Porta a Porta" o da Floris o da Formigli avrebbe dovuto trovare delle gambe vere e numerose sul territorio, persone in carne ed ossa e non possiamo dire che questo elemento lo avrebbe trovato con certezza.
In una città piena di malaffare e di feroce criminalità, anche partitica, candidarsi sostenuti logisticamente da un'entità prevalentemente virtuale è qualcosa ad alto rischio di insuccesso, senza contare le rappresaglie di tutti i tipi contro la sua vita privata. 

I TORTI DI MARINO
Giro la medaglia e guardo l'altra faccia. Guardo il bicchiere mezzo pieno. La resa legittima di Marino ci fa mettere i piedi per terra. Marino ha trasmesso entusiasmo regalando speranze a moltissimi cittadini sulla possibilità di una città che potesse essere sottratta al potere mafioso e clientelare dei partiti e delle organizzazioni criminali colluse con i partiti. 
Avevamo sperato in un sindaco che non fosse come gli ufficiali candidati, teleguidati a distanza da ricconi nordici o altri diretti da un giovane bullo a cui manca solo la gobba.
La sua rinuncia rappresenta la sconfitta sua e di tutti noi. A Roma hanno vinto quelli di sempre e torneranno a fare i porci comodi loro, i costruttori, i camion bar, i traditori interni del suo partito. Ha fatto prevalere la ragion di partito. L'impossibile non lo si può ottenere e il realismo significa accettare la propria debolezza rispetto ad una seconda puntata al campidoglio fatta di boicottaggi di Palazzo Chigi e della Pisana.
Ogni marziano deve tornare su Marte perchè Roma deve tornare ad essere la mangiatoia terrena di sempre, di quando c'era Rutelli, di quando c'era Veltroni e di quando c'era Alemanno. 

LA TERZA VIA
Sul finale dopo aver annunciato la sua decisione aventiniana e parlato di altri possibili candidati della società civile, rivolto a Luigi Nieri, Marino ha urlato: "Luigi aiutami a convincerlo!!" .
Cosa voleva dire? Indiscrezioni dicono che Marino abbia cercato una terza via: Ad esempio, tentare di convincere Massimo Bray o altri. 
Ma, a meno che non riesca a tirare fuori dal suo cappello un coniglio che lasci di stucco l'intera città, possiamo dire, sull'onda dell'emozione e del dispiacere, che stasera tutto è perduto e che il sogno è infranto. 
Che la mafia e la massoneria di questa città hanno vinto la partita contro un uomo onesto e testardo il quale, per tutelare la sua vita, ha deciso che è meglio affondare realisticamente di propria iniziativa piuttosto che rischiare di tentare l'impossibile e arrivare al ballottaggio con Raggi per riprendere il suo posto a Palazzo Senatorio.
Un caro saluto a tutti coloro che hanno tenuto viva, fino all'ultimo istante, la speranza.

CON QUESTO ULTIMO ARTICOLO  IL BLOG "IL MARZIANO" CHIUDE




mercoledì 30 marzo 2016

PD RISPONDE A MARINO CON INSULTI...

La reazione del PD poteva tenere un profilo basso, educato, manifestare una calma serafica, magari con l'ammissione di qualche errore. 
Insomma un partito di governo dovrebbe avere rispetto per un ex Sindaco e probabile candidato alle prossime amministrative. Si tratta comunque di una persona umana a prescindere. 
In fondo le accuse di Marino sono politicamente circostanziate, basate su dati e non si fondano sull'insulto personale.
Invece la risposta è stata velenosa e scomposta.
Se sottoponessimo a qualche eminente criminologo forense le parole che sono uscite dalla bocca dei "vertici" del PD probabilmente potremmo avvicinarci alla verità.
Hanno reagito con parole rabbiose del tipo: "incapace" "balle spaziali" "meschino" "falso" "romanzi fantasy" "delirio".... (Fonte: giornale.it)
L'Assessore (cavallo di troia) che ha mostrato gli sms di Renzi a Marino smentisce. Può farlo agevolmente perché sarebbe oggettiva la difficoltà ad accedere ai tabulati telefonici dei gestori riferiti all'ultima decade di ottobre 2015. Ci vorrebbe un'autorizzazione del Parlamento. 
Ma, ovviamente, nulla sarebbe impossibile davanti ad un eventuale giudizio.

Insomma, oggettivamente le reazioni odierne dei vertici del PD alla conferenza stampa di Marino sembrano quelle di un branco violento che reagisce accerchiando, come nelle tipiche dinamiche di mobbing, un uomo solo, un "non omologo" che ha osato profanare la piramide gerarchica dell'apparato di potere e soprattutto il capo di quell'apparato, per difendere la sua dignità di persona onesta. 
A nostro avviso, questa violenza verbale nella replica dei vertici del PD altro non è se non una chiara conferma della fondatezza del libro di Marino.
Dopo la incredibile vicenda del notaio, dopo il consiglio, dato a Marino, di mettere in giunta un assessore che sarebbe stato arrestato poco dopo, ci viene da pensare che in quel partito possano avvenire cose "terribili" e "inimmaginabili" e che ci siano burocrati capaci di mettere sotto i piedi la dignità e la reputazione di chiunque si ribelli al "codice d'onore" e alla "ragion di partito".

La morale che sembra venir fuori in maniera prepotente da questo comportamento violento e immorale è che quando i cittadini di Roma scelgono alle Primarie un Sindaco diverso da quello indicato dall'"apparato" e dal "capo", allora si può scatenare una sorta di sottile accerchiamento-boicottaggio concentrico tra Palazzo Chigi, Regione Lazio e Nazareno, per poter poi rimettere sullo scranno del Campidoglio un uomo obbediente e omologato come "Riccardo" Giachetti.

Il Marziano Libero Blogger








giovedì 24 marzo 2016

ACEA SpA: IL CORAGGIO DI MARINO CONTRO CALTAGIRONE

I cittadini forse non ricordano perché, con la ridicola vicenda degli scontrini, si cerca di annebbiare la memoria degli elettori romani.
Non si deve risalire ai motivi veri di quello che è stato un attacco senza precedenti contro un Sindaco di Roma Capitale.
Ma oggi è la candidata Virginia Raggi a lamentarsi dell'attacco mediatico nei suoi confronti per aver toccato, solo a parole, l'assetto proprietario di Acea. 
E la stessa Raggi in un post replica: "Vedete, questo è il primo assaggio di quel che ci aspetterà semmai dovessimo salire al governo della Capitale..."
I consiglieri comunali 5stelle che nel mese di giugno 2014 erano seduti in Campidoglio sanno bene a cosa si è esposto concretamente e coraggiosamente il Sindaco Marino e sanno bene il motivo per cui è diventato bersaglio, non solo di minacce di morte, ma anche di ritorsioni da poteri forti che controllano i giornali e la grande finanza. E purtroppo, per ingenuità o per ordine di Grillo e Casaleggio, i consiglieri 5stelle, hanno agevolato quel piano criminoide fatto da un'ammucchiata di partiti per neutralizzare il Sindaco Marino.
Non c'era solo la questione Acea, ma c'era Malagrotta, il Lungomuro, i Tredicine, Tor Vergata....
A beneficio degli stessi consiglieri, qualora avessero memoria corta, e dei simpatizzanti 5stelle, quelli che hanno voglia di comprendere le dinamiche capitoline degli ultimi 2 anni, copiamo e incolliamo di seguito un articolo de "Il Fatto Quotidiano" datato 5 giugno 2014E Non ci sono dubbi sul fatto che "Il Fatto Quotidiano" sia spesso vicino ai 5stelle.

Acea, Marino ridimensiona Caltagirone nella gestione della società dell’acqua

Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, mette a segno una vittoria nella guerra su Acea che lo vede contrapposto a Francesco Gaetano Caltagirone. Giovedì l‘assemblea dei soci ha infatti votato a favore del taglio dei compensi e della riduzione da 9 a 7 componenti del consiglio di amministrazione della società capitolina dei servizi idrici ed elettrici. Approvando così le proposte del primo cittadino, rappresentante dell’azionista di maggioranza Roma Capitale. Uno schiaffo per il costruttore ed editore, che detiene il 15,8% del gruppo e si è sempre detto contrario all’ipotesi del taglio. Soprattutto perché nel nuovo cda Caltagirone, che in apertura di assemblea ha presentato le proprie dimissioni insieme agli altri rappresentanti dei soci privati, si ritrova ridimensionato: se fino a ieri la sua Fincal esprimeva due rappresentanti, ora il patron del gruppo Caltagirone è solo, stretto tra i due consiglieri di Suez Environnement (che ha il 12,74% del capitale di Acea) e i quattro della lista di Roma Capitale, tra cui Catia Tomasetti, che è stata nominata presidente. Non solo: Marino, che durante la riunione ha attaccato duramente la vecchia gestione della società sollevando accuse su “contributi a pioggia” e nomine senza controllo, ha incassato anche la bocciatura della relazione sui compensi al cda per l’esercizio 2013.

Le accuse di Marino: “Da Acea contributi a pioggia e nomine di ogni genere” – Durante la riunione Marino non ha risparmiato gli attacchi nei confronti della vecchia gestione, facendo notare che la società “ha speso circa 15 milioni di euro (di liquidazione per risoluzioni anticipate) per fare posto a nomine di ogni genere” e “come risulta dal suo stesso sito distribuisce contributi a pioggia a soggetti e iniziative dei più disparati generi“. Inoltre “ha ristrutturato le stanze di amministratori per decine di migliaia di euro”. E, ha continuato il sindaco, “ha incaricato ben due prestigiosissimi studi legali per esaminare e cercare di contestare la richiesta di convocazione del socio di maggioranza, convocazione che ha poi dovuto disporre esattamente per come era stata richiesta”.

Il 71% dei soci ha votato contro l’ok alla relazione sulla remunerazione – L’assemblea, dopo il parere negativo del sindaco, non ha approvato la relazione sui compensi del cda per l’esercizio 2013, pari a oltre 2 milioni. I voti contrari, a quanto si apprende a parere consultivo, sono stati pari al 71,73%.

“Gli interessi dei grandi soci privati sono differenti da quelli dei romani” – Al termine dell’assemblea, poi, il sindaco ha affondato il colpo sottolineando che “Acea appartiene per il 51% alle romane e ai romani” e che insieme a Roma Capitale, che ha il 51%, ha votato “la maggior parte dei piccoli azionisti”: infatti “ogni votazione è terminata con una percentuale che oscillava tra il 70% e l’80%. Quindi, molti più voti di quelli di cui Roma dispone”. “Hanno votato contro – ha continuato – i grandi soci privati che probabilmente hanno interessi legittimi ma differenti da quelli delle romane e romani”.
“Il nuovo cda garantirà la massima efficacia nel produrre profitti”, ha sottolineato poi Marino, “ma ha anche pienamente condiviso la direzione strategica che abbiamo indicato: far divenire Acea sempre più protagonista del nostro futuro. Il primo segnale in questa direzione è proprio l’indicazione di un consiglio ridotto nel numero dei componenti e nei costi, tanto che l’insieme del nuovo board costerà circa il 30% di quanto è costato fino a oggi”. Il sindaco di Roma ha poi garantito che nelle scelte dei candidati per il cda della società, Roma Capitale “ha privilegiato il merito senza tenere in alcun conto le appartenenze politiche”. E ha auspicato che Acea e la città di Roma “stringano un’alleanza più forte”, in particolare per quanto riguarda il completamento del ciclo dei rifiuti e gli investimenti per la rete idrica ed elettrica della città. “Vogliamo che la politica aziendale dell’Acea sia in direzione del profitto ma tenendo presente che ha anche una mission pubblica”.

Sforbiciata agli stipendi: il presidente guadagnerà il 70% in meno – Nel corso della riunione i soci hanno approvato anche l’altra proposta del sindaco: il taglio dei compensi per il cda, con “una riduzione di oltre il 70% del compenso del presidente di Acea e di oltre il 41% di quello dell’amministratore delegato”, come ha spiegato Marino. La somma degli stipendi degli amministratori non potrà superare i 792mila euro, a fronte degli oltre 2 milioni di euro corrisposti nel 2013. Il presidente guadagnerà 120mila euro annui, “mentre i compensi annui per la carica di amministratore delegato sono fissati a 260mila euro annui per la parte fissa e 210mila annui per la parte variabile correlata al raggiungimento degli obiettivi fissati annualmente dal cda su parametri economico-finanziari e qualitativi in termini di servizi resi alla clientela ed alla cittadinanza romana”. Marino ha definito il via libera alla proposta “un indice di moralizzazione dei compensi in un periodo di difficoltà”. Per quanto riguarda eventuali ricorsi che potrebbero essere avanzati da ex consiglieri, il sindaco di Roma si è detto sereno: non mi aspetto esborsi, “assolutamente no”, ha detto.

Per i soci privati il mini cda “va a danno degli azionisti” - Il rappresentante di Caltagirone, come previsto, si è messo di traverso rispetto alla proposta di ridurre i membri del cda, sostenendo che “non consente un’equilibrata rappresentanza nella gestione. Se lo scopo di questa operazione è quello di ottenere dei risparmi, più che intervenire sul numero dei componenti si poteva intervenire sui corrispettivi“. Per di più la sforbiciata da 9 a 7, secondo Fincal, “comporta un impatto sulla possibilità di creare dei comitati interni utili all’attività della società”. Dello stesso parere anche l’altro socio privato di Acea, i francesi di Gdf Suez, secondo cui “non sussistono valide ragioni per ridurre il numero dei componenti né per sostituire l’attuale management” e “la posizione dell’azionista di maggioranza Roma Capitale va a danno degli azionisti ed è quindi censurabile. Un cda composto da meno di 9 membri non è in condizioni di assicurare la corretta gestione della società nel pieno spetto del codice di autodisciplina”, ha dichiarato il rappresentante di Suez.

Fonte Articolo:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/05/acea-marino-ridimensiona-caltagirone-nella-gestione-della-societa-dellacqua/1014292/

lunedì 21 marzo 2016

"Comprendo il travaglio della scelta..." Lettera di un romano al prof. Marino

Riportiamo di seguito la lettera aperta a Ignazio Marino scritta da un cittadino romano e pubblicata sul Gruppo Facebook "Io sto col sindaco Ignazio Marino"

Gentile Prof. Ignazio Marino buona Domenica delle Palme! Qualche giorno fa Lei ha fatto sapere che, nel giro di 48 ore, avrebbe sciolto la riserva sulla sua candidatura a Sindaco di Roma.
Nessuno, e tantomeno io tra i suoi sostenitori, vuole.. "tirarlo per la giacca": abbiamo tutti profondo rispetto per il suo "getsemani" di questi giorni.
Dopo i trionfi di tre anni fa, Lei ha già fatto, per intero, il suo "calvario": con insulti, dileggi, processi mediatici e "defenestrazione" finale per mano di notaio!
Eppure, Professore, nella città e non solo in essa, i suoi estimatori - dopo le persecuzioni di cui Lei è stato fatto oggetto - sono sbocciati come funghi dopo la pioggia. Questo ha suscitato la meraviglia dei suoi avversari: da sempre adusi a "crocifiggere", chiunque avesse osato contrapporsi al loro abuso del potere, nel silenzio generale della pubblica opinione.
Per uno come Lei - che mai ha avuto correnti politiche "militarizzate", mai è stato a capo di clientele elettorali o di comitati sostenuti con finanziamenti di cui vergognarsi - come era possibile che si radunassero, in piazza del Campidoglio, migliaia di cittadini (con volantini auto-stampati A4)??!!
E' sconcertante ammetterlo nella sua banalità: nel Paese di Machiavelli, un amministratore - mosso unicamente da SPIRITO DI SERVIZIO - è stato e viene percepito, dai cittadini, come una SPERANZA di CAMBIAMENTO e, dai detentori del potere ( politico-economico-mediatico) come un pericoloso sovversivo!
La sua estraneità a qualsiasi interesse di consorteria, che non fosse il bene della città, ha fatto perdere a questi satrapi - che hanno reso, negli anni, Roma, una città sub-europea - il lume della ragione!!
Da qui l'epiteto, nei suoi confronti, Professore, di "marziano": abitante di un altro .."pianeta"; individuo non dotato di quello "idem sentire", che, da sempre, ha costituito e costituisce il DNA dei frequentatori dei salotti di Roma ( dove venivano e vorrebbero che venissero ancora prese le vere decisioni per la città)!
La sua pulizia morale, Professore, ha squarciato il velo di ipocrisia che ammantava e ammanta i suoi detrattori: sono sgomenti!!
Il prossimo governo della città, paradossalmente, non interessa loro più! Spuntano candidati .."a comando"; plurimi in ogni schieramento politico; mai così demotivati; senza nemmeno uno straccio di programma ( tanto contano le decisioni che vorranno fargli assumere i loro "sponsor" ).
E sa perché, Professore, è accaduto tutto ciò??
Perché nei due anni e mezzo della sua amministrazione - con le sue decisioni perfettamente calzanti con l'interesse diffuso dei cittadini - Lei è diventato la PIETRA D'ANGOLO della buona amministrazione!
Dopo di Lei, chiunque dovesse andare al Campidoglio, non potrà più prescindere dalla sua "idea" di città, dai suoi metodi di trasparenza, dalla sua lotta alla corruzione, alle mafia ed alla illegalità!
E questo i suoi detrattori, Professore, lo sanno!
A loro non interessa amministrare Roma come l' ha amministrata Lei: cacciando i "mercanti dal tempio"!
Loro sanno che qualsiasi cosa dovessero fare non potranno più prescindere, nel giudizio della pubblica opinione, tra quanto accaduto.. CON MARINO e quanto potrebbe accadere o accadrà ..DOPO MARINO: è questo il motivo del disincanto di queste elezioni comunali a Roma!
Ma Lei, Professore, assuma le sue decisioni con il tempo e la ponderazione che Le sono necessarie; anche se, sul piano umano, ognuno di noi che La ammira e sostiene, non può ignorare il suo intimo travaglio nel dover decidere - dopo quanto ha dovuto tribolare in questi anni - di .."bere, di nuovo, l'amaro calice"!
Sappia, comunque, Professore, che qualsiasi cosa dovesse decidere, Lei è con la coscienza a posto: ha "già dato"!!!
Se Lei dovesse decidere, come io mi auguro e come tutti i suoi sostenitori ci auguriamo, di porsi nuovamente alla testa di questa battaglia, noi saremo con Lei e La seguiremo ovunque e comunque: convinti che dopo la "Passione", per chi crede veramente, c'è anche la "Resurrezione"!!!!

Domenico Boiano

sabato 19 marzo 2016

IL RAPPORTO CANTONE VISTO DA DUE GIORNALISTE DI REPUBBLICA

Fonte: P. P.  dalla pagina Fb: "IO STO COL SINDACO IGNAZIO" MARINO 

Qualche giorno fa è stato pubblicato il rapporto sulla corruzione nel Comune di Roma sottoscritto
dal Presidente Anac Raffaele Cantone con cui, a nostro avviso, si cerca di dimostrare una tesi precostituita, ossia che l'azione della Giunta Marino e quella di Alemanno sono state similari e non hanno combattuto il malaffare. 
Il dr. Cantone, in questa relazione, completata dopo 2 anni di lavoro, cita numeri relativi all'ultimo anno della Giunta Alemanno e al primo anno della Giunta Marino, ma si astiene dall'evidenziare che Alemanno ha governato cinque anni utilizzando un sistema degli appalti in cui il rispetto delle regole era un opzione, mentre Marino era al primo anno della sua attività come sindaco.
Non evidenzia altresì che alla fine del 2014, quando vengono arrestati esponenti del PD fino a quel momento ostili allo stesso Sindaco, Ignazio Marino li sostituisce chiamando i magistrato Alfonso Sabella segnalatogli da Giancarlo Caselli e lo nomina Assessore alla Legalità. 
A seguito della relazione di Cantone, vengono pubblicati due articoli su Repubblica, uno a firma Giovanna Vitale e l'altro di Liana Milella. 
Sono due esempi di come, a nostro avviso, si può fare giornalismo correttamente e scorrettamente. 
La giornalista Giovanna Vitale nel riportare i dati della relazione del Presidente Cantone sembra suffragare la tesi dell'equiparazione di Alemanno a Marino, si sofferma su quella delibera contestata fatta "In epoca Marino" anzi, si sofferma nel dettaglio solo sulle delibere di epoca Marino potendo così dare sfogo ad un apparente pregiudizio verso l'ex Sindaco. 
Diverso e molto più corretto professionalmente è l'articolo di Liana Milella, la quale, oltre a citare in dati della relazione di Cantone, riporta la posizione di Pignatone, sente anche la campana di Marino.
Inoltre mette in evidenza che lo stesso Cantone, rispondendo a numerose domande sul suo rapporto, è costretto ad ammettere che "Il sistema era così complicato tanto da rendere difficile la possibilità di creare meccanismi di controllo".
Insomma La Milella, rispettando l'etica del giornalismo, da spazio alla reazione di Ignazio Marino il quale non ci sta ad essere equiparato al suo predecessore. 
Non poteva essere omesso, e Milella non omette, che Marino nel luglio 2015 volle fare una convenzione proprio con Cantone per i controlli dell'Anac sugli appalti, che Marino appena giunto in campidoglio sollecitò alla guardia di finanza un'indagine sui conti (tutte cose che provocarono forti reazioni di tutti gli ambienti romani che vivono nell'illegalità).
Viene anche riportata la dichiarazione di Cantone su Sabella: nelle vesti di assessore alla legalità e trasparenza della giunta Marino e da Marino voluto in quel ruolo "Stava andando nella direzione giusta".
Infatti, arrivato in giunta il 23 dicembre 2014, il 20 gennaio 2015 dettò una serie di nuove regole sugli appalti totalmente diverse dal passato, "Che - dice Sabella-, a leggerle ora sono l'esatta trasposizione in una direttiva delle criticità che ha evidenziato Cantone" 
Non è un caso che dopo l'arrivo di Sabella le spese, giustificate come di somma urgenza, quindi spesso prive di controlli, da 100 milioni sono scese a 3 milioni. 
Durante una bonifica di così grosse proporzioni la Giunta Marino viene fatta cadere dal notaio. 

Abbiamo esaminato due differenti articoli de "La Repubblica", per mettere in evidenza due modi di fare giornalismo :  uno, quello della Vitale, ci appare superficiale e mosso da pregiudizi, l'altro, quello della Milella, appare completo e neutrale, approfondisce i fatti e non si ferma all'apparenza. 

Il magistrato Cantone, ha inquadrato il rapporto in un contesto temporale, ha omesso di marcare la differenza con quanto di buono e di discontinuo rispetto al passato era presente nell'azione del Sindaco Marino.

E' sceso così ai livelli della giornalista Vitale non rendendo evidente e ben comprensibile all'opinione pubblica che il sistema malato di appalti e burocrati non aveva origine nel 2012, ma era estensibile a molti anni addietro, quando sullo scranno del Campidoglio siedevano altri sindaci riconducibili al partito del Presidente del Consiglio.

Il Marziano Libero Blogger

giovedì 17 marzo 2016

LETTERA APERTA A MASSIMO BORDIN DI RADIO RADICALE

Gentile Massimo Bordin, 
come lei certamente saprà, la sua rassegna stampa è molto seguita per la sua capacità di leggere con grande professionalità i giornali del mattino e di sviscerare e commentare senza faziosità le notizie.
Ogni giorno offre agli ascoltatori la possibilità di riflettere e farsi un'idea non superficiale degli avvenimenti politici.
Ma, sinceramente, questa mattina siamo rimasti delusi dalla sua lettura a nostro avviso un po' superficiale, dell'argomento "Cantone" su "la Stampa".
Si è limitato a liquidare come non giuste le obiezioni di Ignazio Marino sul contenuto del rapporto del Presidente Anac.
Ed ha motivato questa sua valutazione con il fatto che anche qualche esponente della Giunta Marino sia finito nel processo Mafia Capitale.  
Con questo suo giudizio, pur legittimo, ha orientato gli ascoltatori verso una sostanziale continuità della Giunta Marino rispetto a quella di Alemanno come se le responsabilità di un sindaco che ha governato 5 anni fosse la stessa di un sindaco che si era appena insediato.
Con questo veloce passaggio ci sembra che Lei abbia evitato di entrare nel merito del Rapporto di Cantone e nel merito della collaborazione tra Cantone e Sabella e tra Cantone e Marino.
Cantone non dice cose false, il fatto fuorviante è la scelta dell'intervallo temporale di analisi, la "forzatura" della cronologia che, "innocentemente", vuole indicare all'opinione pubblica un piano di continuità della Giunta Alemanno con la Giunta Marino appena insediata.
Si trascura evidentemente di tracciare quel triennio inserendolo in un contesto burocratico criminoide ultradecennale e si trascura di descrivere quanto di nuovo è accaduto dopo, quando Sabella e Marino hanno fatto calare le spese per affidamenti di "somma urgenza" da 100 milioni a soli 3 milioni di euro.  
E' ovvio che Marino non poteva dal primo giorno sospendere tutti i servizi affidati impropriamente nè rifare in un giorno gare aperte per tutto (chi lavora sulle gare pubbliche sa che ci vuole circa un anno, salvo contenziosi, per completare l'iter a partire da quando già si hanno le idee chiare sull'oggetto della fornitura). 
Quando, per esempio, Sabella fece sospendere tutte le gare per il servizio giardini ci sono state forti ripercussioni sulla cura del verde. 
Marino viene eletto, si rende rapidamente conto di quale verminaio è la macchina comunale e si dà subito da fare per cambiare. Chiama la Guardia di Finanza e "apre tutte le porte" al Procuratore Generale Pignatone.
Ma non può bloccare tutto di colpo in attesa del risanamento, ci sono tra i piedi i personaggi imposti, ogni atto di Marino e dei "suoi" assessori è passato al setaccio e presentato in modo distorto e - soprattutto - dentro la macchina comunale a tutti i livelli ci sono personaggi corrotti e collusi che sabotano (vedi i testi di delibere e ordinanze "corretti" in modo da renderli facilmente impugnabile o inefficaci) e fanno affari con buone coperture politiche. 
Qui si vede la differenza tra Marino, che è il solito "marziano" estraneo e nemico al malaffare, e altri sindaci che lo hanno preceduto.
Dal libro di Sabella, dalle inchieste che stanno emergendo una cosa sembra assodata e chiara: il malaffare in Campidoglio ha radici antiche, cui non sono estranee le amministrazioni che hanno governato decenni prima. 
Un esempio: Il "mr. Hyde" venuto fuori nel 2014 che lavorava 10 anni prima, come dr. Jekyll, nel Gabinetto del Sindaco Veltroni, fa sospettare un'inquietante realtà sotterranea di origine ignota che ci riporta al "Mito della Caverna" di Platone. 
E oggi un altro Capo di Gabinetto, di una consiliatura precedente a quella di Veltroni si candida alla carica di Sindaco della Capitale.  
Noi siamo convinti, gentile dr. Bordin,  che l'"Endorsement" di Emma Bonino verso Giachetti e il successivo incontro di Riccardo Magi con Giachetti,  non abbiano nulla a che fare con la valutazione odierna che ha fatto nei confronti del Sindaco Marino dai microfoni di Radio radicale.
Conosciamo la  sua onestà intellettuale che Le è stata "universalmente" riconosciuta, sia come direttore di Radio Radicale e sia come grande professionista dell'Informazione nel panorama politico italiano. 
Per questi motivi confidiamo in un suo maggiore approfondimento dell'argomento per le prossime trasmissioni di "Stampa e Regime".

Voglia intanto gradire i nostri migliori saluti. 



Il  Marziano, libero blogger

mercoledì 16 marzo 2016

QUELLO CHE CANTONE NON HA DETTO...

Non ricordiamo se sia stato proprio il dott. Cantone a parlare di anticorpi contro la corruzione e a fare una distinzione tra Milano e Roma.
Quella dichiarazione è stata definita ingenerosamente da alcune testate giornalistiche una "cantonata".
E nulla rileva il fatto che ieri altri 4 giudici tributari di Milano siano stati arrestati.
Così come riteniamo fisiologici gli scandali della Sanità e gli altri arresti "eccellenti" a Milano.
Non è nostra intenzione dire che Milano abbia meno anticorpi di Roma.
Ma un dato oggettivo lo abbiamo nelle inchieste degli anni scorsi della Procura di Milano che avevano già fatto emergere quanto il rischio corruzione e mafia attraversi quasi tutta la penisola.
Se poi volessimo inserire come fattore criminoide il comportamento di alcune Banche Toscane allora il quadro degli anticorpi sarebbe ancora più completo e chiaro.
Ci preme solo fare un appunto al rapporto su Roma fatto dal Magistrato Anticorruzione, persona che stimiamo e della cui attività il paese ha grande bisogno.
Come comuni cittadini, avevamo già capito dall'inchiesta Pignatone e dalla rimozione di manager e dirigenti effettuate dal Sindaco Marino, che Roma avesse un problema di inquinamento clientelare-criminale nelle relazioni tra burocrati capitolini e imprenditori. e che molti servizi pubblici fossero allo sbando per questo motivo.
Ma non avremmo mai pensato che a quel sistema di corruzione e concussione e a quel brutta fotografia della città,  il Presidente Anac scandisse un confine temporale 2012-2014, senza ipotizzare un "prima" e senza parlare del "dopo", e cioé di quanto ha fatto con Ignazio Marino e con Alfonso Sabella nel 2015 (un protocollo sulla vigilanza collaborativa e la firma su un regolamento sugli appalti per il Giubileo).
Infatti le analisi approfondite di due autorevoli assessori della Giunta Marino, il prof. Giovanni Caudo (Urbanistica) e del magistrato dr. Alfonso Sabella (Legalità e Trasparenza), hanno fatto capire chiaramente che il sistema mafio-clientelare di Roma proviene da molto prima del 2012, quando chi ha governato la città, a differenza del Sindaco Marino,  ha messo evidentemente la testa sotto la sabbia.
Ci permetta quindi il dr. Cantone di esprimere qualche perplessità sulla tempistica:
Nel pieno di una campagna elettorale una dichiarazione alla stampa su un rapporto anticorruzione che riguarda Roma ha un peso in termini di potenziale condizionamento dell'elettorato se non tiene conto di una panoramica storica più precisa e se non tiene conto della tempistica che occorre ad un'amministrazione neoeletta per poter conoscere lo status quo, deliberare e applicare le norme. 
Ad esempio, la chiusura di Malagrotta, il successivo arresto del gestore, il blocco del piano edilizio di housing sociale, l'abbattimento del lungomuro di Ostia dimostrano che "il vento stava cambiando" in maniera sostanziale e, a nostro avviso, forze oscure lo hanno voluto interrompere (ipotesi nostra).
Siamo certi che un profilo alto e indispensabile di una tale carica istituzionale neutrale e apartitica come quella del dr. Cantone non abbia, neanche lontanamente, voluto sconfinare e non interferirá mai  con la competizione politica per le elezioni amministrative romane.

Il Marziano libero Blogger 

martedì 15 marzo 2016

SEL E MARINO, SERVE CORRETTEZZA!

Un gruppo di iscritti a SEL (Sinistra Ecologia e Libertà) ha scritto una lettera aperta a Marino.
Le modalità e i contenuti di tale missiva pubblica rendono l'iniziativa un po' scorretta e anche un po' autolesionistica rispetto allo stesso partito di Sinistra Ecologia e Libertà..
Mentre si sta cercando di creare un fronte civico vasto che possa raccogliere un grande consenso nella città. 
Mentre i rappresentanti nazionali e locali di SEL stanno faticosamente cercando, con Marino, Fassina, Bray e altri, le migliori soluzioni per andare con forza all'appuntamento elettorale.
Mentre si lavora su questo, un gruppo di consiglieri municipali, assieme alla consigliera comunale Azuni, rifila ai media un avventuristico e irrazionale invito a Ignazio Marino a fare un passo indietro.
Motivazione? Occorra una discontinuità. Con chi? Con che cosa?
Se il candidato Sindaco Marino e una lista civica potrà essere votato da tanti romani sarà proprio per il carattere di discontinuità della sua Giunta con i consociativismi e con le mafie del passato.
Tutti coloro che governeranno Roma dovranno fare i conti con certi dirigenti e funzionari corrotti. Far fronte al sistema interno compromesso non si può chiamare "atteggiamento antisindacale" ma "atteggiamento anticorruttela"
E' indubbio che l'inizio della consiliatura Marino abbia coinciso con uno scandalo internazionale chiamato "Mondo di Mezzo" di origini temporali non proprio recenti e con un disavanzo di bilancio di quasi un miliardo di euro. 
E' indubbio che una schiera di centinaia di raccomandati, operatori e dirigenti, assunti da una parte politica ha tentato di boicottare servizi pubblici importanti del Comune di Roma per fini elettoralistici.
Si sono mossi come un carro armato una serie di lobby del cemento e della carta stampata, con un Presidente del Consiglio silenzioso che ha fatto per un anno il "pesce in barile".
Nonostante tutto questa tempesta politica e giudiziaria, il Sindaco Marino è riuscito con i suoi assessori migliori a portare a casa innovazioni importanti su ambiente, finanza, trasparenza e demanio pubblico.
Certo, il programma politico per Roma relativo alla tutela del patrimonio comunale, degli asili nido pubblici e del Terzo Settore va rivisitato con tutta la nuova squadra e ci sarà sicuramente bisogno di un confronto politico corretto e leale.
Ma questa lettera di iscritti di SEL appare un errore madornale.
Una miopia politica evidente che non riesce a vedere oltre lo schema identitario aggrappato ad un baricentro perdente. Sono errori che nel passato hanno reso alcune formazioni politiche della sinistra una  residuale testimonianza elettorale.

La domanda è: Come si fa a non riconoscere nella figura del Sindaco Marino una possibilità concreta di riscatto della cittadinanza dal velleitarismo fagocitante dei partiti?
Come si fa a non vedere in Ignazio Marino la giusta calamita che potrebbe recuperare migliaia di astensionisti e tanti voti di protesta altrimenti orientati verso i 5stelle?

Fatta questa riflessione, invitiamo i leader di SEL, Fratoianni, Vendola, Smeriglio e Cento, a evitare il frondismo della lettera aperta, certamente scritta in buona fede, e ad aprire un dibattito interno a Sel per ridiscutere le strategie mediatiche e politiche per creare le giuste sintonie elettorali con Ignazio Marino.

Il Marziano Libero Blogger


domenica 13 marzo 2016

SU ROM E SINTI, TRONCA IGNORA MARINO E IL PAPA

E' accaduto che il 9 marzo scorso il Comune di Roma ha notificato un ordine di sgombero della "Casa della Solidarietà" di via Salaria 971. 
In base a questa ordinanza, frutto della gestione del commissario Tronca, "entro e non oltre il 28 marzo 2016" 35 famiglie Rom dovrebbero allontanarsi dalla struttura e "lasciare liberi gli spazi assegnati, liberi da cose e persone". Una vicenda che, immaginiamo, farà impallidire Papa Francesco. 
Si tratta infatti di 35 famiglie che provengono da situazione di povertà e di profonda emarginazione sociale. Tra di loro vive la mediatrice interculturale Eva Maruntel, ricevuta poco tempo fa in Vaticano dal Papa assieme ad altri 3000 Rom, Sinti e Caminanti giunti a Roma da varie parti del mondo. 
E' grave che si possano prendere decisioni così drastiche senza prospettare soluzioni abitative alternative come prevedono le norme nazionali ed europee.
L'Associazione "Nazione Rom" ha inoltrato una lettera al Presidente del Consiglio e alle Autorità prefettizie della Capitale in cui si chiede l'immediata sospensione del provvedimento  e concordare soluzioni condivise.
A tale richiesta il legale rappresentante dell'Associazione ha allegato la proposta di deliberazione della Giunta Marino. 
Infatti, due giorni prima della caduta della giunta Marino era pronta una bozza di deliberazione per adeguare alle direttive europee le politiche capitoline su Rom, Sinti e Caminanti.
La bozza di deliberazione, preparata senza pubblicità e con molto impegno e cura dall'assessorato alle Politiche Sociali guidato da Francesca Danese, era assolutamente in regola con i percorsi previsti dagli Accordi Quadro Strutturali Europei e dalla Strategia Nazionale dell'Ufficio Antidiscriminazioni Razziali (UNAR).
Accordi che vincolano l'amministrazione capitolina, anche per poter accedere ai fondi strutturali europei, ad istituire un Tavolo di Lavoro sulle politiche di inclusione con una rappresentanza di Rom Sinti e Caminanti, come componente istituzionale di diritto assieme a Comune e Prefettura.
Il percorso intrapreso dalla Giunta Marino avrebbe concesso ai cittadini romani di tagliare finalmente i ponti col passato, per quanto riguarda sia il degrado rappresentato dai “villaggi della solidarietà” (Giunta Veltroni), sia l'immenso esborso di fondi comunali che aveva caratterizzato le precedenti gestioni.
Tramite quella delibera sarebbe stato possibile permettere alla Capitale d'iniziare finalmente a procedere verso un superamento dei campi nomadi mediante il ricorso ai fondi strutturali nel rispetto delle linee-guida. 
Ricordiamo che, a marzo del 2012, la Strategia Nazionale ratificata dall'Unione Europea è stata approvata dal governo Monti in attuazione della Comunicazione n. 173 del 2011.
Tale Strategia è un piano articolato con un ampio budget di finanziamenti europei che sono stati messi a disposizione dell'Italia, mai utilizzati, mentre Roma era impegnata a spendere il denaro comunale, per un flusso pari a oltre 20 milioni di euro l'anno con le modalità descritte dagli inquirenti nell'ambito della “Operazione mondo di mezzo”.
Per poter accedere ai fondi strutturali, le amministrazioni locali avrebbero dovuto aprire dei Tavoli istituzionali, con la partecipazione delle componenti previste dal progetto, per elaborare i percorsi di trasparenza compatibili con il documento.

La Giunta Marino stava lavorando sul fronte dell'integrazione proprio per fare terra bruciata attorno a quel mondo del Terzo Settore colluso con Mafia Capitale.
Invece, se il problema era proprio l'eccessivo dispendio di fondi pubblici nel Terzo Settore, il Documento elaborato successivamente dal Commissario Tronca prevede né più né meno che “il più ampio coinvolgimento degli organismi del Terzo Settore presenti nel territorio cittadino”

Questo capitolo si aggiunge agli altri capitoli che lasciano una serie di inquietanti domande:
A chi giova aver interrotto traumaticamente questo percorso della Giunta Marino sull'integrazione dei Rom?
A chi giova aver interrotto il lavoro della Giunta Marino sulla tutela del verde dal cemento indiscrimnato, sul famelico abusivismo balneare e sul commercio selvaggio davanti ai monumenti romani?

Agli elettori l'ardua sentenza....


Il Marziano libero blogger