venerdì 29 gennaio 2016

Il ricatto psicologico per fermare Marino

Da un po' di tempo alcuni quotidiani, che a noi piace chiamare "killer", fanno uscire notizie in coincidenza con l'esposizione mediatica di Ignazio Marino. 
Avevamo notato nei mesi scorsi come venissero confezionati "titoloni" sulla base di un'immaginaria cimice nella stanza del PM che indaga sui 7 scontrini di ristoranti dove Marino era stato a cena durante il suo incarico di Sindaco.
Sembrava quasi che ogni atto del PM fosse concordato con i direttori dei quotidiani e che si rendesse l'inchiesta sugli scontrini prioritaria rispetto a quelle sull'antiterrorismo, su Mafia Capitale, con l'impiego di consistenti forze della guardia di finanza sguinzagliate nei ristoranti di Roma per arrivare ad una veloce conclusione e relazione finale del PM.
Il procedimento investigativo appare, da quanto scrivono i giornali, così veloce ed efficiente come se fosse collegato alla tempistica delle elezioni capitoline.
Tale impostazione delle notizie giornalistiche genera un sospetto legittimo: Prima arriverà la relazione del PM al GIP e prima si riuscirà a bloccare psicologicamente Ignazio Marino nell'intenzione di candidarsi a Roma?
Intanto Marino lo ha detto chiaramente: sa che la sua esposizione mediatica lo rende bersaglio di attacchi gratuiti. 
Il primo tassello, a nostro avviso, lo ha messo giorni fa il Prefetto di Roma.
Secondo quanto raccontano i giornali, Gabrielli avrebbe scritto una relazione alla Commissione Parlamentare Antimafia che riguarderebbe il periodo fino alla fine della giunta Marino (primi di novembre 2015) e non comprenderebbe il periodo del Commissario Tronca.
In sostanza, il Prefetto sembra abbia voluto sminuire il valore di quanto fatto dalla Giunta Marino e dal suo assessore Sabella contro Mafia e Corruzione e che pertanto poco o nulla sarebbe cambiato nel Comune di Roma.
E sappiamo quanto queste conclusioni prefettizie, dette in campagna elettorale, possano avere un certo effetto sul consenso intorno alle varie candidature a Sindaco.
Eppure, nonostante questa relazione del Prefetto, a noi risulta che numerosi politici, imprenditori, manager di aziende comunali siano finiti in galera. Che appalti sulla manutenzione e sull'assistenza sociale siano stati passati al setaccio, che il lungomuro di Ostia sia stato abbattuto e che alcuni uomini dei clan siano in un carcere della Toscana.
Ma veniamo alla storia degli scontrini.  La manipolazione mediatica continua. 
Da queste notizie sui giornali, siamo portati a credere che la Procura di Roma, da una parte, abbia inchieste stagnanti da 13 anni, come quella per omicidio colposo sui morti per leucemia nelle aree intorno alle antenne della Marina Militare di Santa Rosa e di Santa Maria di Galeria, dall'altra sia stata capace di mettere su una corsia preferenziale il procedimento per indagare su 7 cene istituzionali di Marino per una spesa complessiva di circa 1000 euro.
Dalle notizie diffuse, siamo portati a constatare che, da una parte, il Tribunale penale di Roma abbia impiegato dal 1998 al 2012 per accertare in via definitiva la responsabilità di una ditta, di area democristiana, nell'intossicazione alimentare di 182 alunni di 2 scuole, mentre dall'altra sembra che per le cene di Marino si arriverebbe ad una conclusione istruttoria in pochi mesi e probabilmente ad un esito di giudizio accelerato.
A meno che, dopo il voto delle amministrative con Marino fuori gioco, il fascicolo non venga messo in secondo piano per altre priorità e i giornali non ne parleranno più. 

"A pensar male si fa peccato" diceva Andreotti, ma, nell'era del Grande Fratello, a noi rimane solo l'opzione di resistenza del pensiero critico. E noi lo vogliamo esercitare.


Il Marziano Libero blogger 




venerdì 22 gennaio 2016

Digiuno a oltranza di Giachetti per convincere Marino?

Dalle colonne de "La Repubblica" Ignazio Marino ha messo fine alla telenovela inscenata dal PD e alle continue insistenze del candidato renziano che avrebbe voluto sfidarlo alle Primarie.
A nostro avviso, quella delle primarie era una seconda messinscena apparentemente perfetta, dopo quella del notaio, per mettere ancora fuorigioco un sindaco onesto e amato dai romani. Un trappolone, dove tutto l'apparato, dal presidente della Regione ai minisindaci dei municipi,  si sarebbe mosso per fare incetta di qualche milione di euro e far sembrare le primarie un ritorno alla normalità dopo l'accoltellamento.
Il paradosso grottesco era che "Marino si doveva dimettere da sindaco a qualunque costo" mentre adesso "si deve candidare a governare la città confrontandosi con il nominato". Ma lui le primarie le ha vinte due anni fa.
Perchè dovrebbe vincerle di nuovo e subire poi un nuovo accoltellamento?
Non vi sembra un po' ipocrita?
Bene ha fatto Marino a mettere un punto fermo anche perché  si dice che i marziani con la loro intelligenza hanno costruito le piramidi.
Diciamocelo senza infingimenti: Marino ha provato a governare la città più difficile d'Italia. Non fare errori sarebbe impossibile ma lui ha avuto i peli sullo stomaco per misurarsi con i problemi. Gli altri che gli hanno urlato in piazza, a cominciare dai 5stelle, quali successi possono vantare nelle amministrazioni locali?
L'esperienza di Quarto, Gela e Livorno dimostra che il sindaco Marino é l'unico che può dare speranza agli elettori simpatizzanti 5stelle ed é l'unico che può  restituire la speranza a tutti quei romani che anelano ad una città ripulita da mafiosi, lobby, politici e dirigenti corrotti. Basta dare una spallata a quei virus interni ed esterni al PD che hanno accoltellato il sindaco eletto dai cittadini con il 64% dei voti.
Una capitale europea come Roma per essere ben governata non ha bisogno di super eroi o del ritorno di personaggi che hanno tenuto la polvere sotto il tappeto per decenni e che hanno fatto scempio dell'agro romano per compiacere ai palazzinari. Roma ha bisogno che un sindaco onesto non colluso continui la sua opera circondandosi questa volta da una squadra di assessori perbene, scelti da lui, e non messi da un apparato per fargli le scarpe.
Forza Ignazio Marino! Gli anticorpi civici hanno bisogno della tua spinta ideale.


Il Marziano libero blogger

mercoledì 20 gennaio 2016

Salario accessorio? Fumus electoralis!!

leggo.it 
La Telenovela sul salario accessorio è stata montata ad arte per non far capire nulla agli elettori spettatori. O almeno così ci sembra.
Anzi, oseremmo dire che la Telenovela è stata montata ad arte per far pensare agli ingenui lettori di giornali o telespettatori di telegiornali che Tronca sia riuscito laddove Marino aveva fallito.
Nulla di più falso. Tronca non ha risolto proprio un bel nulla.

Riepiloghiamo: La Giunta Marino, appena insediata, si ritrova assediata da mafiosi e politici corrotti. 
Il Sindaco chiama il Ministero delle Finanze e chiede alla Guardia di Finanza di controllare i conti del Campidoglio.
Il Dicastero dell'Economia, tra i tanti capitoli esaminati, trova nella strutturazione degli stipendi dei dipendenti capitolini una grossa anomalìa: Una consistente percentuale di incentivi a pioggia inserita negli stipendi e distribuita su tutti i dipendenti.
Si paventa anche il rischio di dover restituire tutti gli emolumenti accessori ricevuti impropriamente da diversi anni addietro,
Cosa fa la Giunta Marino? 
Di fronte ad una situazione così grave e di forte agitazione sindacale, la Giunta Marino propone una delibera che lega il salario accessorio dei dipendenti a fattori di produttività, come la flessibilità oraria, i turni straordinari, i notturni e festivi per agenti e servizi pubblici.
Si costituisce quindi un fondo attraverso il quale verrà pagato il salario accessorio. 
Sembra una decisione unilaterale ma, in realtà, questa soluzione accontenta tutti visto che gli orari degli uffici anagrafici, asili e altri servizi pubblici  vengono dilatati e vengono incrementati i turni notturni e festivi della polizia municipale.

Cosa è accaduto adesso? 
In periodo di campagna elettorale spunta una vocina del MEF la quale dice che il sistema adottato dalla Giunta Marino non va comunque bene perché, a differenza delle altre città italiane, la percentuale di parte variabile dello stipendio è troppo alta rispetto alla parte fissa.
Si è creato così il terrore tra i dipendenti del Comune, si minaccia lo sciopero che paralizzerà la città il 27, la materia occupa le prime pagine dei giornali, i sindacati sono sul piede di guerra, "le famiglie dei dipendenti si impoveriranno" perché "verranno tolti 300 euro", qualcuno dice "500 euro" e "bla bla bla".
Un'atmosfera grigia, fumate nere ecc ecc per poi arrivare dopo un po' di giorni, a fare i salti di gioia perché Tronca avrebbe trovato la soluzione: l'avvocatura dello Stato, incaricata da Palazzo Chigi, avrebbe dato il nulla osta a ricostituire il fondo e a pagare il salario accessorio legandolo alla produttività! 
Ma scusate... non l'aveva già fatto Marino? 
Quindi, l'Avvocatura dello Stato ha confermato la modalità di pagamento che era stata decisa dalla Giunta Marino? Oppure c'è qualcosa di nuovo?
Eh no, si potrebbe dire che Tronca risolverà anche il problema sollevato dal MEF della parte fissa e parte variabile dello stipendio che devono essere bilanciate diversamente.

Ah! Tronca lo risolverà? 
A noi sembra che per risolvere il bilanciamento tra parte fissa e parte variabile siano all'opera la ministra Madia, l'ex assessore e parlamentare Esposito e il presidente Orfini per ottenere dal Governo modifiche al milleproroghe. Inoltre l'aumento della parte fissa dello stipendio e la diminuzione di quella variabile cosa cambia nella sostanza? Nulla, il reddito dei dipendenti rimarra più o meno uguale.
Quindi non sarebbe affatto merito di Tronca ma si starebbe per modificare qualcosa con l'intervento del Governo che durante la consiliatura Marino non si è voluta risolvere.
La domanda sorge spontanea: Perché con Tronca la questione si risolverà completamente e con Marino invece non si era risolta completamente e non aveva neanche ricevuto i fondi per il Giubileo? 
Forse per boicottare meglio il Sindaco? Oppure per poter confondere le acque in campagna elettorale oggi?
Non si spiegherebbe altrimenti questa linea diretta instaurata tra Palazzo Senatorio, Palazzo Chigi e il Vaticano.

I cittadini forse sono più intelligenti di quanto certi politici possano pensare.






martedì 19 gennaio 2016

Un circolo ribelle sfratta il commissario PD

Il Commissario del PD si sta muovendo a Roma per riorganizzare i circoli intorno al candidato ufficiale "renziano" ma non tutte le ciambelle riescono col buco ed allora c'è qualche circolo che gli sbarra le porte.

Riportiamo il simpatico e sintetico resoconto fatto da una "marziana" sul gruppo FB "IO STO COL SINDACO IGNAZIO MARINO":

"Orfini stasera voleva "celebrare" l'inizio di un nuovo cammino con la prima riunione del circolo PD Monteverde (e basta) che accorpa tre circoli di zona nella sede unica scelta che è quella di piazza Donna Olimpia... ma il circolo "ribelle" contrario all'accorpamento, non ha dato le chiavi e quindi hanno dovuto trasferirsi nella sede più piccola di via Tarquinio Vipera (50 posti, gente presente una 80ina) . 
Qui i componenti degli altri due circoli (tutti con Orfini) che non riescono ad accedere al Donna Olimpia hanno chiesto a "papà Orfini" di risolvere la cosa e punire quelli brutti, sporchi e cattivi del Donna Olimpia che non erano presenti (a parte un loro rappresentante). 
Per la maggior parte si è "pianto" su questo... poi si è omaggiato Giacchetti perché è iscritto al circolo di Monteverde... e questa è stata la base essenziale del loro voto favorevole al candidato ufficiale... poi la Presidente del Municipio ha rivendicato l'aver fatto sue le parole basi di Marino attuandole (su Marino tutto qui!)... e "che i municipi hanno resistito bene allo sfacelo del comune costituendo la forza vera della città!" (?) Orfini mi rifiuto di riassumerlo ve lo posto così com'è (in due pezzi perchè la solita telefonata mi ha cioncato il collegamento) ... ma dopo perchè ci ho famighia anch'io e mo ció da fa! (Spero che a nessuno disturbi un po' di ironia... su su sorridete! A dopo!)"

domenica 17 gennaio 2016

Vendola contro Orfini sulla "cacciata" di Marino

Nichi Vendola, leader nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà, ha preso una posizione netta nell'ambito dell'assemblea nazionale del suo partito e si è schierato,  contro la "spocchia di Matteo Orfini e di Renzi e la renzizzazione della città con la candidatura di Giachetti. Non sono le cose necessarie per Roma ma per Palazzo Chigi"
Il leader di SEL non le manda a dire e ritorna pesantemente sul caso Marino e replica così al commissario romano del PD: "Voi  nel chiuso di una stanza avete cacciato Marino".
Orfini aveva accusato SEL di paura di confrontarsi alla Primarie e aveva vantato con un tweet una presunta virtuosità del PD nel  metodo Primarie per la scelta del candidato.
Ma non si fanno attendere le risposte di tutta la dirigenza di SEL.
Anche Marco Furfaro della segreteria SEL va giù duro con Orfini: "..Sbaglio o chi ci fa la lezioncina sui social è la stessa persona che nel chiuso di una stanza decise di dimissionare dal notaio il sindaco eletto dai cittadini romani?"

Massimiliano Smeriglio, vice presidente della Regione Lazio sembra pronto al divorzio con Zingaretti per il suo endorsement su Giachetti: "..c'era un filo di di difficile dialogo con il PD sul quale il premier è intervenuto a gamba tesa ... non vado il 23 al Teatro Brancaccio ad applaudire lo schema renziano"

Diciamo che c'è un bel movimento e che gli articoli de "Il Marziano" sembra abbiano smascherato certe manovre di compromesso che si stavano costruendo intorno al 23 gennaio. 
Siamo lieti di questa netta presa di posizione di SEL perchè contribuisce ad evidenziare il grande paradosso delle annunciate primarie del PD: 
E' una grande mistificazione farle come se niente fosse accaduto e come se le primarie del 2013, in cui Marino ha stravinto, non ci fossero mai state.
Sarebbe scorretta verso Marino e verso gli elettori un'assise al Brancaccio per una nuova alleanza di centrosinistra se trascurasse il fatto che sia stato il candidato Sindaco Marino a trascinare alla vittoria elettorale tutti i 15 municipi romani e i rispettivi minisindaci.

Ma ormai sembra che la convention del 23 gennaio, dicono ispirata da Smeriglio, stia per naufragare per colpa del "digiunatore", il quale ha accettato una candidatura solo per obbedienza al suo capopartito. 

Il Marziano libero blogger

PS. Le notizie contenute in questo articolo hanno come fonte le testate giornalistiche nazionali (in particolare Guerzoni e Menicucci del Corriere).

venerdì 15 gennaio 2016

Candidati Roma: a breve "i cavalli di razza"

Voci e indiscrezioni giornalistiche dicono che Giachetti non sarà il vero candidato finale allo scranno del Campidoglio. Dietro di lui starebbe lavorando una corrente al femminile del PD, che oggi si incontra in un evento dal titolo emblematico "Ricucire Roma". Circolerebbe il nome di una donna, forse di area cattolica, non ostile ai renziani, gradita a sinistra ma non troppo a sinistra e, infine, capace di parlare con Marino.
Immaginiamo, inoltre, sia ancora all'opera, nel frattempo, a Firenze un'intera "Leopolda ombra".

Non sappiamo se Giachetti sia parte consapevole di questa "partita a poker" tutta da giocare, oppure, se, alle sue spalle, si stia tessendo una tela che lo metterà fuori gioco molto presto.  
Noi propendiamo per la prima ipotesi per 2 motivi:
1) Sin dalle prime dichiarazioni, Giachetti non ha mostrato un interesse particolare a candidarsi al Campidoglio;
2) La risposta data all'opinione pubblica con un "se me lo chiede Renzi" fa pensare ad un assoggettamento sacrificale completo alla strategia del premier. 
Magari potrebbe aver tirato un sospiro di sollievo qualora lo stesso Renzi gli abbia detto privatamente: "non preoccuparti Robè.. adesso mi serve spendere il tuo nome, ma aspettiamo la carta dei 5stelle e poi decideremo il nome finale"  

Meloni si sarebbe sfilata dalla partita per far posto al candidato di facciata "Arfietto".
I 5stelle, o meglio Grillo e Casaleggio, dopo la lezione di Quarto, sembrano voler superare il totonomi e il concorso elettronico dei 200 e passa candidati sconosciuti e cominciano a pensare al "nome importante" su cui andare compatti per battere i concorrenti.
Stessa cosa sta facendo SEL assieme all'anima recalcitrante del PD:  Una lista civica con un candidato credibile non asservito a Palazzo Chigi. 
Civati propone liste unitarie, democratiche e ambientaliste in autonomia e in alternativa al PD.


Queste carte di poker dei vari partiti e movimenti vengono tenute ancora nascoste perché aspettano anche la mossa ufficiale del Sindaco Ignazio Marino.  
Infatti, pur non avendo sciolto ufficialmente la sua riserva (l'annuncio il primo fine settimana di febbraio?) ha certamente confermato l'interesse a pesare sul futuro di Roma e crediamo che, in una sfida ipotetica tra Marino e Giachetti, i sondaggi Datamedia del 19 novembre scorso sarebbero confermati: Marino batterebbe Giachetti 4 a 1.

Insomma, sembra che la regia dei vari partiti in lizza: Diarchia M5S, Partito della Nazione (PD renziano+Alfano+Verdini), stia creando l'atmosfera tipica della nomination del "Grande Fratello" per dare agli elettori la goduria della "suspence".

Intanto la macchina del fango, mossa da padroni dei giornali, si è rimessa all'opera contro Ignazio Marino: 
Persino alcuni giornali di centrodestra sembrano santificare Giachetti mettendolo in prima pagina con gigantografia (Il Tempo 15 gennaio) mentre infangano Marino, accostandolo ad Alemanno, e citando, come fosse stata aperta oggi, un'inchiesta sulle assunzioni irregolari dal 2008 al 2014.
Sanno bene, ma si guardano bene dallo scriverlo, che il sindaco Marino non ha alcuna responsabilità su tutte le inchieste collaterali a Mafia Capitale (Simu, corruzioni dipartimentali, assessorili e municipali, parentopoli Atac e Ama ecc ecc), vista l'indagine di Pignatone e degli altri PM e il coinvolgimento della Guardia di Finanza effettuato proprio dallo stesso Marino.  
Ma, risponderemo a questa operazione denigratoria, rimessa in moto da questi grandi giornali a fini squisitamente elettoralistici.  "Il Marziano" indagherà e scriverà su come avvenivano assunzioni e concorsi ai tempi di Rutelli e Giachetti (e, si badi bene, non ne darà la colpa a Rutelli e Giachetti).

Il Marziano libero blogger



martedì 12 gennaio 2016

Capuozzo e Marino, Grillo e Renzi

Oggi il Corriere della Sera dedica 3 intere pagine ad una piccola città della campania con meno di 5000 abitanti. 
Il Movimento 5stelle sta subendo l'ondata di fango a livello nazionale perché uno dei consiglieri comunali 5stelle, eletto a Quarto aveva il vecchio vizio del "politico standard": il voto di scambio. 
I giornali e le TV stanno esattamente applicando la stessa logica che hanno applicato con il sindaco Marino: la logica del capro espiatorio e le dimissioni di un sindaco vengono decise in segrete stanze di un segretario di partito (Renzi) o di un capo di un movimento (Grillo).
Per bassi motivi di opportunità elettorale nazionale, si sta usando un elemento non più significativo, come un consigliere indagato già espulso, per dare addosso ad un sindaco onesto Rosa Capuozzo. 
Nell'anno appena trascorso, un partito, sull'onda di 7 scontrini per cene istituzionali da chiarire, decide di assoldare un notaio e 26 consiglieri di una maggioranza spuria per far fuori un sindaco onesto, che era stato minacciato di morte ed ha una scorta al seguito.

Salta all'occhio la dichiarazione di Matteo Renzi in una trasmissione televisiva: A proposito del sindaco di Quarto, dice che Rosa Capuozzo è stata messa lì dai cittadini e non deve dimettersi.  "Che faccia tosta" ci verebbe da dire.
Salta all'occhio anche la dichiarazione di Grillo che vuole le dimissioni del sindaco di Quarto senza nessuna discussione interna al Movimento. 
Mentre nel caso di Ignazio Marino, il Movimento 5Stelle aveva criticato il malcostume di far fuori un sindaco in segrete stanze di partito, invece che nel luogo istituzionale.

Renzi e Grillo si comportano allo stesso modo. Di Maio e Orfini ubbidiscono allo stesso modo. La linea viene dettata sempre dall'alto. 
Se i cittadini con il voto non rovesciano questa logica partitocratica e non si riappropriano del loro ruolo di protagonisti, invece che rimanere relegati al ruolo di sudditi, le città non potranno mai essere amministrate bene. 


Il Marziano Libero Blogger




domenica 10 gennaio 2016

Elezioni a Roma: C'è un piano per neutralizzare Marino?

immagine tratta dal sito linkcoordinamentouniversitario.it
"A pensar male degli altri si fa peccato ma spesso si indovina" una frase storica di Andreotti che non fa parte della nostra filosofia perchè vogliamo attenerci solo a dati obiettivi.
Leggendo alcuni articoli, sulle prossime elezioni romane, pubblicati dal "Corriere della Sera" e da "Il Messaggero" di sabato 9 gennaio, siamo rimasti esterrefatti.
Sembra venir fuori la sensazione che gli stessi autori di quel lavoro sotterraneo, fatto nell'autunno scorso per fare fuori il sindaco di Roma, si siano messi di nuovo all'opera per cercare di neutralizzarlo alle prossime elezioni.
Chiaramente, se fosse vero, si tratterebbe di manovre di palazzo di cui non abbiamo altri elementi che le indiscrezioni pubblicate sui giornali citati arricchite dai chiacchericci intercettati tra personaggi di bassa manovalanza.
Provando a fare un riassunto delle dichiarazioni recenti sulla stampa e agganciandole alle indiscrezioni viene fuori uno scenario inquietante. Proviamo a riepilogare gli avvenimenti elencando le pubblicazioni di questi giorni:

1) Meno di una settimana fa Il coordinatore nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà, Nicola Frantoianni, replicava al PD dicendo che non sono possibili alleanze alle amministrative con un partito che fa politiche di destra con Alfano e Verdini. 
2) Lo stesso giorno l'ex Capogruppo Gianluca Peciola lanciava pubblicamente l'idea di una unione di tutta la sinistra per primarie che includessero anche Marino. 
3) Il giorno dopo il coordinatore romano Paolo Cento, in un'altra dichiarazione su una testata online, confermava l'orientamento di SEL a sostenere il candidato Stefano Fassina di Sinistra Italiana.
Sembrava quindi che SEL e il PD andassero in rotta di collisione e che un altro scenario per il Campidoglio sarebbe stato possibile. 
4) Spunta ora l'iniziativa dei minisindaci del 23 gennaio che, in base a quanto dichiarano, vorrebbero costruire un "centrosinistra" dei territori su basi diverse dal passato. E quindi sembrerebbero reclamare la continuità dell'alleanza PD-SEL al Comune di Roma e nei Municipi.
5) Dalle dichiarazioni odierne più recenti di esponenti di SEL, l'alleanza con il PD non è più esclusa, a patto che "si facciano cose di sinistra".
Tutti noi potremmo essere indotti a pensare che l'asticella di un accordo tra PD e SEL sia merito di pressioni dal territorio.
Ma non è che nelle stanze nazionali e regionali si staranno muovendo cose che "noi umani non potremmo lontanamente immaginare"?
6) Rimaniamo strabiliati nell'apprendere da un articolo del corriere della sera del 9 gennaio di un possibile ticket alla guida del campidoglio tra Roberto Giachetti e Paolo Cento (30 mesi uno e 30 mesi l'altro?)
7) Inoltre altra cosa strabiliante, il Messaggero del 9 gennaio, in un articolo di Simone Canettieri, fa trapelare indiscrezioni, secondo le quali, il PD starebbe studiando il modo di sistemare e "ricompensare" (passateci il termine) i 19 consiglieri comunali "accoltellatori":
Per una parte di loro, sempre secondo il Messaggero, sarebbe pronta una candidatura come presidente di Municipio. 
Se fosse vero ci chiederemmo: E' un riciclo verso il basso che potrebbe non destare nell'occhio e passare inosservato? 
Forse perchè pensano che se si vota al municipio un consigliere e una lista, si ritrova automaticamente quel presidente di Municipio e ci si rassegna? 
E dove andrebbero a finire, invece, i minisindaci attuali cedenti posto? Scrive il Messaggero che farebbero la staffetta e sarebbero inseriti nelle liste comunali.
Riceverebbero così quel premio di carriera intermedio che tutti si aspettano prima di andare a Montecitorio. 
Il risultato, se queste ricostruzioni giornalistiche fossero fondate, è il salvataggio di "capra e cavoli": 
i consiglieri comunali uscenti sarebbero riciclati, alcuni come presidenti di municipio, altri con incarichi politici in uffici un po' nascosti all'attenzione generale.
Ma se questo scenario fosse veramente fondato e non una fantasia dei giornalisti del Corriere e del Messaggero quale potrebbe essere stato l'elemento che ha fatto rientrare nei ranghi il partito di SEL che scalpitava?
A noi viene in mente la Regione Lazio: Se la Regione Lazio è governata da un presidente PD e da un vice di SEL cosa potrebbe aver detto il presidente PD al vice di SEL quando ha letto le dichiarazioni di Frantoianni? Anzi, cosa potrebbe aver detto, dopo che Renzi ha letto le dichiarazioni di Frantoianni e, magari, ha telefonato a Zingaretti?
Lasciamo a tutti immaginare... Magari è bastata una telefonata di Palazzo Chigi ed ecco lì che l'accordo è fatto.
Infatti uno strappo di SEL al Campidoglio avrebbe potuto provocare lo sfratto dalla Pisana del vice presidente Smeriglio e di tutta la sua squadra collocata in posti chiave. 
E uaalà il gioco delle 3 carte è fatto. 
Marino, in questo scenario ipotetico, non avrebbe apparentemente sponde e alleati e dovrebbe giocarsela in solitario.
Ma nella realtà davanti a questo scenario da retrobottega come reagirebbero gli elettori romani?
A nostro avviso, la maggioranza dei cittadini romani, se debitamente informati, farebbero arrivare al ballottaggio Ignazio Marino e il candidato 5stelle  (E diciamoci pure che molti elettori, se non ci fosse Marino candidato, non andrebbero a votare o voterebbero i 5stelle)
Noi ci auguriamo di aver dato conto di ipotesi pubblicate dai giornali e nostre fantasiose deduzioni senza fondamento reale e ci auguriamo anche che Marino sia valorizzato come risorsa e come candidato a sindaco di una grande coalizione. 
Ma se così non fosse?
Visto che un po' di professionisti della politica e di malfattori sono stati fatti fuori dal procuratore Pignatone, i cittadini, stavolta, faranno il resto nelle urne...  Finalmente!

Il Marziano libero blogger


sabato 9 gennaio 2016

Il salario accessorio, Marino e il Messaggero...

Accerchiato da mafia Capitale fin dal suo insediamento nel 2013, il Sindaco Ignazio Marino chiese la collaborazione del Ministero dell'Economia e Finanze (MEF) per poter dare una svolta di trasparenza nell'economia del Campidoglio.
Il MEF, tra le tante situazioni esaminate, sollevò un vizio di legittimità nella strutturazione del salario dei 25 mila dipendenti capitolini. 
 Non poteva più essere erogato un salario composto da indennità a pioggia che costituivano un'alta percentuale dello stipendio complessivo.
L'obiezione del MEF arrivava dopo anni di malgoverno della città, tanto che è concreta e reale la possibilità di un'inchiesta della Corte dei Conti sul pregresso con sentenze di risarcimento per danni all'erario.
Cosa è accaduto poi? 
La Giunta Marino, dopo le trattative con le parti sociali e le relative consultazioni tecniche, ha approvato un piano per allacciare il salario accessorio alla produttività effettiva, e non più a generosi incentivi a pioggia.
Ad esempio, è riuscito a far funzionare gli uffici comunali di pomeriggio ed è aumentata la disponibilità di turni notturni e festivi dei vigili. 


Cosa accade adesso nell'era Tronca?

I sindacati ieri hanno incontrato i rappresentati del Commissario in Prefettura e, secondo quanto scrivono i giornali, il 27 gennaio prossimo i 25 mila dipendenti capitolini avranno una bruttissima sorpresa: si vedranno decurtati in busta paga tutta la parte di salario accessorio legata alla produttività, cifre da 150 fino a 300 euro in meno.
Il motivo? Il fondo per pagare il salario accessorio c'è ma sarebbe bloccato perchè manca il nulla osta del MEF sulla regolarità del fondo stesso. 


Che operazione mediatica fa il Messaggero? 

Confeziona un articolo sia sull'edizione nazionale che su quella romana in cui non fa capire chiaramente ai lettori che la regolarità del salario accessorio con indennità a pioggia è stato messo in discussione dal MEF già nel 2013 e che la Corte dei Conti potrebbe indagare e condannare le gestioni passate.
Di fronte alle irregolarità nate nelle consiliature passate, la Giunta Marino ha fatto una sua proposta per uscire dal tunnel.
Soprattutto nell'occhiello, il Messaggero sembra, come già fatto in passato, colpevolizzare il sindaco Marino ("Escamotage Marino") mentre è evidente che la bufera sindacale e l'arrivo degli scioperi in pieno Giubileo sono atti contro la gestione attuale del commissario Tronca e non contro la Giunta Marino. 
Forse Il Messaggero fa fatica a capire una questione così elementare?


Ma per aiutare Il Messaggero a capire facciamo un altro esempio: 

La Giunta Marino, con il suo Assessore Danese, decise di indagare sui conti correnti e patrimoni degli inquilini delle case popolari ATER ed ERP che abitavano lì da anni, e quindi da quando c'erano le giunte precedenti.
Con le nuove regole dettate dalla Giunta Marino, si è scoperto che c'erano oltre 200 furbetti, persone con redditi alti, con conti e depositi per più di 100mila euro e addirittura, inquilini che sono proprietari di 13 appartamenti e 2 boschi nelle campagne tra Roma e Perugia.
Grazie alla Giunta Marino, oggi il Commissario Tronca ha potuto procedere a decine di sgomberi. 
Se dagli sgomberi fossero scattare proteste e blocchi stradali che avrebbe fatto Il Messaggero? Avrebbe imputato la colpa a Marino?
Un giornale romano come Il Messaggero, per correttezza deontologica nell'informazione ai cittadini, dovrebbe, a nostro avviso, raccontare le questioni senza disorientare e disinformare i suoi lettori. 
Se c'è una colpa originaria nella composizione degli stipendi e del salario accessorio dei dipendenti comunali non è sicuramente della Giunta Marino. 
Perché il Messaggero non lo dice chiaramente? 
Perché far pensare, invece, con occhielli e sottotitoli ambigui, che il caos sugli stipendi e gli eventuali scioperi in preparazione e, probabilmente, il blocco della città durante il Giubileo siano colpa dell'"'escamotage Marino" e non siano invece dovuti all'intervento del MEF  sulle indennità a pioggia che risalgono alle giunte passate?

Il Marziano, libero Blogger






giovedì 7 gennaio 2016

Ai miniSindaci: "Quo vaditis sine Marino?"

Il 23 gennaio si riuniranno i presidenti dei Municipi romani a Roma per discutere della strada giusta per continuare il percorso del governo delle ex circoscrizioni.
La maggior parte dei municipi sono stati affidati a giovani di buona volontà che, senza dubbio, hanno portato una ventata di cambiamento, anche culturale nei territori.

Il sindaco Marino con il suo 64% dei voti ha trascinato alla vittoria tutte queste forze fresche e ha dato,  con il contributo dei suoi assessori Caudo, Sabella e altri,  il massimo sostegno ai Municipi, prima e durante i colpi di coda di Mafia Capitale.

Ma la grave ferita alla democrazia provocata dal Partito della Nazione ha interrotto la proficua collaborazione tra il Sindaco Marino e i Municipi. Con un artificio quanto meno strano è stata azzerata la giunta e il consiglio comunale ma non le giunte e i consigli municipali nonostante l'inscindibile unitarietà tra Campidoglio e Municipi nel sistema maggioritario uninominale.
Sappiamo che alcuni presidenti di Municipio sono stati persino male fisicamente per quello che è successo il 29 ottobre. Hanno somatizzato la grande crudeltà riservata dal loro partito al loro sindaco. Altri presidenti sono stati indifferenti e altri ancora (pochi per fortuna) allineati e felici con Orfini. 
Immaginiamo tantissime telefonate dal Nazareno a 360 gradi per normalizzare, stabilizzare, ricattare i riottosi.
Cosa è accaduto poi? Che i presidenti di Municipio, presenti a piazza del Popolo durante la manifestazione a sostegno del popolo francese, hanno fatto finta di non conoscere il loro sindaco.
Con la crescita e la determinazione di Marino a restare in gioco questa presa di distanza da lui comincia a vacillare?
Cosa si diranno i presidenti di Municipio il 23 gennaio?
Non lo sappiamo, come non sappiamo come potranno fare alleanze tra partiti a livello municipale se poi gli stessi partiti, a livello nazionale e cittadino, decideranno linee diverse nella scelta del Sindaco.
Comunque sia a  noi sta a cuore una sola domanda che vorremmo fare ai 14 giovani minisindaci:
Se Marino dovesse presentarsi con una lista civica indipendente e tutta la sinistra, tranne il PD, fosse intenzionata a votarlo, i presidenti di Municipio per chi raccoglieranno consensi?  Per Giachetti o per Marino?

mercoledì 6 gennaio 2016

"Intercettazione" del Nazareno... Marino riabilitato?

Nelle segrete stanze del Nazareno immaginiamo ci sia un incessante movimento di persone,
di carte, di videoslim. Immaginiamo telefonate bollenti, da e verso la Pisana, da e verso Palazzo Chigi, da e verso Fabrizio Barca, da e verso Giachetti, da e verso Rutelli.
E immaginiamo che in queste comunicazioni l'argomento principale siano le primarie del 6 marzo e, soprattutto, la sorte del "Marziano" Ignazio Marino.
Perché una cosa è certa e Zingaretti lo ha detto chiaro qualche settimana fa: "Marino è una risorsa".
E se è una risorsa, qualcuno si chiede come mettere a frutto il grande consenso che ancora ha nella città di Roma.
Poichè tutto si muove dietro le quinte e nelle segrete stanze, e noi cittadini veniamo esclusi da ogni manovra di partito, e non veniamo a sapere nulla di cosa stanno organizzando, allora non ci resta altro che far muovere la fantasia e inventarci le conversazioni tra alcuni protagonisti.
 Di seguito, rappresentiamo una immaginaria conversazione a 3 via Skype:

Orfini: "Matteo, Ignazio ha fatto la tessera lunedì al circolo dei Parioli. Come sai, Lui interviene spesso e ti attacca, esce in città, mentre i suoi, che si definiscono "Marziani in Movimento", stanno facendo una gran canea su Tronca e infieriscono su tutti gli errori del Commissario"
Renzi: "Facciamo così, coinvolgiamo Nicola e prepariamo come si deve queste primarie. Tutto il partito si deve mobilitare su Giachetti, lo farò capire in Direzione. Nicola deve muovere tutti i suoi alla Regione. Tutti i presidenti di municipio che abbiamo graziato lasciandoli al loro posto devono muovere il c....(beep)  da subito, idem gli assessori e consiglieri, tutti ci devono dare delle garanzie sulla convergenza a Giachetti se vogliono essere ricandidati. I radicali e Magi sicuramente ci daranno una mano. Francesco si sta già muovendo col Vaticano.
Una volta sicuri di tutto questo, allora possiamo pure aprire al signor Marino. Che partecipi pure, tanto non solo sbatterà il grugno ma porterà alle casse del partito i soldi di quei poveri suoi illusi "marziani" che lo andranno a votare. Anzi, sai che ti dico: rivediamo la quota in euro per partecipare alle primarie. Pensiamoci su con il tesoriere.
Nicola: "Matteo (R.), Ignazio va coinvolto sul serio. Incontriamolo e mettiamoci a tavolino. Più che umiliarlo, dobbiamo valorizzarlo, concordare assieme a lui una strategia elettorale per Roma. Magari chiedergli in che ruolo alternativo a quello di Sindaco si sentirebbe gratificato e, magari, potrebbe dare una mano a Giachetti per farlo vincere sui 5stelle."
Renzi: "No Nicola,  mi deve prima chiedere scusa per tutte le bordate che mi spara ogni giorno!!". 
Orfini: "Ma Matteo, Lui vuole che tu gli chiedi scusa per quello che gli abbiamo fatto a lui e ai romani"
Nicola: "Fermatevi un po', così non ne usciremmo più, dai, facciamo così, incontriamolo e chiedetevi scusa a vicenda"
Renzi: "Non lo so, risentiamoci, ne debbo parlare prima con Maria Elena. Vi saluto, a presto, Agnese mi sta chiamando per la cena"

Abbiamo provato a origliare attraverso un immaginario buco della serratura, attraverso la nostra immaginaria centrale di intercettazioni "non autorizzate".
Ma siamo certi che alla fine prevarrà il buon senso. Qualsiasi tentativo di manipolare il consenso, se ci dovesse essere, sarà sconfitto.

Ormai è grande e dirompente la forza dei cittadini, di quelli che vogliono una buona amministrazione e persone oneste, non burattini manovrati dai partiti. 
Ignazio Marino è il Sindaco giusto. E' stato un errore clamoroso praticare quella cosa abominevole dal notaio per farlo cadere, nonostante fosse minacciato di morte, tanto da concedergli la scorta, e poi affidare tutta la città ad una squadra di poliziotti nominati da Palazzo Chigi.  




martedì 5 gennaio 2016

Tronca-Renzi e l'effetto Zalone...

Protesta sui nidi a Firenze
Ieri "Il Marziano" ha fatto una richiesta al Governo di verificare se, con la proroga biennale alla Compagnia AdiR, il Commissario Tronca non stia travalicando i suoi poteri di ordinaria amministrazione che termineranno tra qualche mese.
Richiesta superflua se, come dice il Sindaco Marino, Tronca starebbe solo eseguendo ordini che provengono direttamente da Palazzo Chigi.
Probabilmente sarà stata l'influenza del recente film "Quo Vado" di Checco Zelone che il Premier Renzi ha visto giorni fa con la famiglia in quel di Courmayeur.
E, probabilmente, deve averne consigliato la visione anche al suo Commissario per meglio ispirarlo nel pre-confezionamento del "Pacco della Befana" di privatizzazione dei nidi comunali destinato a migliaia di bambini romani, ai loro genitori, alle educatrici e a tutti i minisindaci e consiglieri municipali rimasti esterrefatti:
Ecco infatti l'altra grande "chicca" commissariale dell'Epifanìa:
"Nel 2016 il Commissario Tronca privatizzerà 17 asili nidi a Roma. Altri lo saranno nei prossimi anni in tutti i municipi della Capitale. L’ipotesi, contenuta nel documento unico di programmazione (Dup) 2016–2018, interessa 206 nidi dove lavorano circa 6 mila insegnanti e educatrici in maggioranza precarie...nelle linee guida tracciate dal super-poliziotto al governo della Capitale si ipotizza il ricorso ai privati che a Roma gestiscono 221 strutture private che ospitano 7 mila bambini." "Questo piano di privatizzazione è un altro effetto pericoloso della gestione commissariale voluta da Renzi per Roma» sostiene Gianluca Peciola, capogruppo Sel in Campidoglio. «Dimenticandosi del carattere provvisorio e ademocratico della sua carica, Tronca rilancia la malsana idea di privatizzare gli asili nido dando luogo a una svendita — sostiene il presidente dell’ottavo municipio Andrea Catarci — In questo modo sarà impossibile procedere alla stabilizzazione delle educatrici e insegnanti precarie".
"Una proposta indecente" commenta l’assessora alla scuola dello stesso municipio, Paola Angelucci secondo la quale Tronca non ha consultato i municipi.  La privatizzazione «sarebbe uno scenario inquietante» per Cgil, Cisl e Uil che hanno chiesto un incontro a Tronca. 
Imbarazzato il Pd capitolino che ieri si è speso in una difesa del «sistema integrato di gestione pubblico-privato»(Il Manifesto).
Caduto dalle nubi milanesi, riceve ordini da Palazzo Chigi?
E Marino sembra aver azzeccato la lettura degli avvenimenti, nonostante i suoi consiglieri "traditori" Panecaldo e Tempesta dicano al "corriere" che "la responsabilità su AdiR è solo di Marino".
Ad essi si aggiunge la critica, a nostro avviso infantile, dell'ambizioso radicale Riccardo Magi, eletto con la Lista Marino: Accusa, come gli altri due, il suo Sindaco di non aver liquidato subito AdiR dopo la delibera consiliare.
Una critica paradossale, se non grottesca, da parte dei due consiglieri "accoltellatori" e del radicale Magi. che insieme hanno votato la liquidazione di AdiR:
Invece di attaccare Tronca per il presunto abuso di poteri nella proroga biennale, rimproverano a Ignazio Marino di non aver dismesso tempestivamente la compagnia (come avrebbe fatto "speedygonzales"? ndr).
Una delibera consiliare ha dei tempi per la sua applicazione (ci sono delibere della consiliatura Veltroni ancora inapplicate). Come possono delle persone elette, che dovrebbero essere competenti, rimproverare al loro sindaco di non aver liquidato una compagnia in 5 mesi, con tutto il "bordello politico" a cui è stata sottoposta Roma?
Prevale, a nostro avviso, una certa pochezza culturale in coloro che hanno spinto la capitale verso il "baratro Tronca", mentre il radicale Magi appare proiettato verso un futuro capitolino brillante con l'ex compagno di partito Giachetti.

Il Marziano, libero blogger 

lunedì 4 gennaio 2016

Tronca e la scandalosa proroga "AdiR", il Governo non interviene?

foto simbolica a caso da google
Nonostante il Commissario prefettizio, per legge, abbia poteri di ordinaria amministrazione che termineranno a giugno con le prossime elezioni amministrative, Francesco Paolo Tronca ha deciso di prorogare per due anni, con possibilità di ulteriori tre, il contratto tra il Comune di Roma e la sua Compagnia di Assicurazioni "Adir".
Lo avrebbe fatto, spiega il Commissario, per garantire la copertura assicurativa dei mezzi comunali, compresi gli autobus Atac.
Ad avviso di chi scrive, questa decisione è scandalosa e andrebbe censurata dal superiore gerarchico o dal governo per tre semplici motivi.
1) Il Parlamento ha votato una legge che impone agli enti locali di liberarsi delle società che non sono funzionali al loro compito istituzionale. E da più autorevoli parti si ritiene che non sia funzionale la proprietà di un'assicurazione che, oltre a spendere in sinistri (il quadruplo di Milano), copre gli amministratori dai rischi collegati alla loro funzione.
2) Nel mese di marzo scorso il Consiglio comunale di Roma aveva approvato una delibera che decretava lo scioglimento del contratto tra il Campidoglio e la sua Compagnia di assicurazioni.
L'assessore al Bilancio Silvia Scozzese, poi nominata Commissaria Governativa per il Debito di Roma aveva dichiarato: "Adir svolge un'attività che sul mercato si paga la metà.. abbiamo fatto il calcolo: sulle polizze potremmo risparmiare 1112 milioni l'anno".
3) La proroga del Contratto con Adir, visti i poteri limitati del Commissario, poteva essere limitata a sei mesi per consentire la scelta agli organi elettivi legittimati ad assumere tale decisione: il nuovo Consiglio e la nuova Giunta comunale che si insedieranno dopo le elezioni.

Con questo esercizio di potere di discutibile legalità, il Commissario Tronca vanifica quanto al Sindaco Ignazio Marino era stato da più parti riconosciuto: l'"aver affermato il sacrosanto principio che il Comune di Roma dovesse "uscire da questo business così insensato per un ente locale".

Alle carenze e negligenze attuali di Tronca sul tardivo piano antistormi, sul ritorno del commercio abusivo nelle piazze storiche, sull'ancora inefficace tavolo del decoro per i camion bar e gli urtisti, si aggiunge questo ulteriore vulnus al regolare esercizio di poteri commissariali.

E quanto di grave sta accadendo nella gestione commissariale della città di Roma, con le complici timide obiezioni, sottotono e sottovoce, di giornali e tv locali, di partiti e movimenti politici, fa veramente riflettere sui titoli scandalistici adoperati a suo tempo per accusare Marino di ogni disservizio e, addirittura, di aver violato la ZTL con la sua panda rossa (caso poi risultato una montatura fatta ad arte da anonimi pirati informatici incaricati probabilmente da un mandante politico).
I cittadini romani si stanno progressivamente rendendo conto di quanto, dopo lo scoppio di Mafia Capitale, certe notizie sono state preconfezionate strumentalmente da "poteri forti" collusi con la criminalità e con la delinquenza politica per colpire, come capro espiatorio, il sindaco Ignazio Marino.

Il Marziano, libero blogger






domenica 3 gennaio 2016

Campidoglio, a sinistra Marino in pole position

Sembra perdere quota la candidatura a Sindaco di Stefano Fassina. Il motivo non è quello che si potrebbe pensare, e cioè il lavoro seduttivo del Commissario PD Mattero Orfini verso una delle componenti principali di "Sinistra Italiana" per un'alleanza PD/SEL. 
Anzi, i vertici nazionali di Sinistra Ecologia e Libertà, al momento rispondono "picche" agli appelli sia di Orfini, sia del sindaco di Torino Piero Fassino.
Infatti, il Coordinatore Nicola Frantoianni dice in un'intervista al Corriere che è difficile pensare di allearsi a Roma con un partito in cui un autorevole esponente ha definito SEL "cattivo e pericoloso" e dopo un'estromissione dovuta ad un commissariamento tutto interno al PD.
Frantoianni evidenzia la grande contraddizione di questi richiami all'"unità contro le destre" quando si votano leggi di destra votandole con Verdini e Alfano.

Ed è da queste posizioni di Frantoianni, rafforzate dalle dichiarazioni aggiuntive di Gianluca Peciola, ex capogruppo capitolino che prende quota l'ipotesi di una Convention a fine mese di tutta la sinistra per discutere e preparare le Primarie (alternative a quelle di Renzi ndr) per vincere le elezioni comunali.
Primarie che vedrebbero la convergenza di pezzi del PD, di Sel, Verdi, Civati, Movimenti e con la partecipazione, stavolta pienamente riconosciuta e gradita, di Ignazio Marino.

"Eppur si muove" potremmo dire. Lo strano silenzio stampa su nuovi sondaggi commissionati da più parti evidentemente sono segno di nervosismo. 
Il silenzio dei partiti su questo enorme flop del commissariamento di Roma offrono molte possibilità di rilettura degli avvenimenti di questi ultimi mesi.

Basti pensare che: 
1) L'ordinanza di Tronca sul divieto di mercanzie e camion bar nei pressi di San Pietro è clamorosamente violata;
2) Le misure di Tronca contro lo smog sono state un clamoroso buco nell'acqua;
3) Le misure contro il guano sono clamorosamente fallite provocando decine e decine di incidenti sul lungotevere;
4) Le misure sul decoro di Piazza Navona e di altre piazze storiche sono clamorosamente fallite e in queste di piazze si vedono merce taroccata e assenza di vigili;
5) L'ordinanza con le nuove postazioni assegnate ai Camion Bar sono state clamorosamente ignorate perchè i camion bar si stanno spostando a piacimento in luoghi diversi. 

Alla fine dovremmo cantare tutti:  "Tronca tronca tronca,,, leon leon leon" perchè la squadra milanese di commissario e subcommissari si sta rivelando una vera armata Brancaleone.
Ogni cittadino può adesso misurare con mano il grande danno che i partiti hanno fatto alla città complottando in una stanza notarile contro un sindaco democraticamente eletto dai romani.

IL Marziano, libero blogger 





sabato 2 gennaio 2016

Ignazio Marino su La7 e Blob a Capodanno.

Prime ore dell'anno nuovo e sulla TV di Urbano Cairo e sul Blob "Ghezziano" di Raitre compare Ignazio Marino. 
Ma su La7 non è il Crozza che mette in scena l'accoltellamento di Marino ad opera di Renzi (come nella puntata di Floris in cui c'era l'ex sindaco che vedete a lato), ma è la registrazione di vecchie trasmissioni dove la satira soccorre la "tesi piddina" dell'"incapacità" e della perdita del "rapporto con la gente"
Questa abbondante rivisitazione televisiva, di inizio anno, del personaggio Marino, da una parte, sembra essere un segno chiaro del fallimento della "damnatio memoriae" .
Infatti il "Partito notarile della Nazione" e certi giornalisti frequentatori di ristoranti speravano di essersi liberati per sempre del Marziano con lo "scontrinogate", dopo lo scarso successo del "pandagate".
Ma da un altro punto di vista, se La7 TV dovesse continuare a selezionare e mandare in onda, tra l'archivio delle registrazioni della satira di Crozza, prevalentemente i pezzi riferiti all'ex sindaco, a quel punto potremo anche sospettare che La7 sia entrata a gamba tesa e scorrettamente nella campagna elettorale per il Campidoglio. 
Fermo restando che a chi scrive piace la satira di Crozza, staremo comunque a osservare quali scelte e quale impostazione di palinsesto sarà data dalla Rete alle repliche del "Paese delle Meraviglie".

E con questo primo breve articolo del 2016, auguriamo a tutti i lettori del Blog 
"Il Marziano" uno splendido anno: che sia un anno di rinascita per la capitale, depurata dalle mafie che la soffocavano, con assessori competenti e leali (non infiltrati sabotatori per conto del capo supremo), all'insegna della buona amministrazione e di una maggiore partecipazione civica che eviti il ripetersi di operazioni antidemocratiche ai danni degli elettori ad opera di partiti collusi.


Il Marziano, libero Blogger