giovedì 31 marzo 2016

LA RINUNCIA DI MARINO, I SUOI TORTI E LE SUE RAGIONI

Eravamo in tanti nella sala della Feltrinelli di via Appia 427 e tenevamo in mano il foglio A4 con la scritta #marinocandidati. La sala era strapiena. Un intervistatore di grande professionalità come Franco Di Mare e un Marino in grande forma che ha risposto con efficacia a tutte le domande.
Noi, persone che ci abbiamo creduto e che non avevamo contatti diretti con lui, non potevamo essere preparati a quella decisione finale di rinuncia. 
Ma tutto questo è ormai alle spalle e adesso dobbiamo dirci con sincerità dove stanno le ragioni di Marino e dove stanno eventuali torti.  E dove sta la "terza via", quella  che lui forse vorrebbe  proporre a chi lo ha sostenuto con passione e calore.

Da dove vogliamo cominciare? Cominciamo dalle ragioni.

LE RAGIONI DI MARINO
Ignazio Marino è un uomo onesto, medico di fama che si è prestato alla politica per risolvere i problemi di Roma. La mafia e il suo partito e i partiti di opposizione e i giornali dei palazzinari, sin da subito, ne hanno fatto polpette, addebitandogli i mali di Roma. 
Una macchina del fango perfetta, iniziata con l'invenzione della Panda rossa per poi arrivare, con l'inganno di un giornalista, addirittura fino allo scranno di Papa Francesco.
Se Marino si fosse riproposto su quali forze avrebbe potuto contare? Come avrebbe potuto organizzare quella lista civica senza un partito alle spalle? 
La neonata associazione ParteCivile avrebbe potuto sostituire quel prepotente apparato fatto di circoli, camper, soldi, del migliaio di volontari che hanno caratterizzato la campagna elettorale del 2013? 
Poteva bastare a Marino il fedele gruppone di facebook o i gruppetti fb municipali per fare una campagna elettorale contro tutti i partiti e arrivare al ballottaggio al posto di Giachetti? 
Secondo la filosofia "siamo realisti vogliamo l'impossibile" Si, avrebbe potuto. 
Ma sappiamo bene che se gli hastag e i post di incoraggiamento e le dichiarazioni di amore non diventano impegno concreto sul territorio, informazione a tappeto e promozione capillare, quartiere per quartiere, del candidato, se non c'è la disponibilità personale a candidarsi e spendersi in prima persona, l'obiettivo non sarebbe stato raggiunto così facilmente. 
La grande spinta di Marino con un'apparizione a "Porta a Porta" o da Floris o da Formigli avrebbe dovuto trovare delle gambe vere e numerose sul territorio, persone in carne ed ossa e non possiamo dire che questo elemento lo avrebbe trovato con certezza.
In una città piena di malaffare e di feroce criminalità, anche partitica, candidarsi sostenuti logisticamente da un'entità prevalentemente virtuale è qualcosa ad alto rischio di insuccesso, senza contare le rappresaglie di tutti i tipi contro la sua vita privata. 

I TORTI DI MARINO
Giro la medaglia e guardo l'altra faccia. Guardo il bicchiere mezzo pieno. La resa legittima di Marino ci fa mettere i piedi per terra. Marino ha trasmesso entusiasmo regalando speranze a moltissimi cittadini sulla possibilità di una città che potesse essere sottratta al potere mafioso e clientelare dei partiti e delle organizzazioni criminali colluse con i partiti. 
Avevamo sperato in un sindaco che non fosse come gli ufficiali candidati, teleguidati a distanza da ricconi nordici o altri diretti da un giovane bullo a cui manca solo la gobba.
La sua rinuncia rappresenta la sconfitta sua e di tutti noi. A Roma hanno vinto quelli di sempre e torneranno a fare i porci comodi loro, i costruttori, i camion bar, i traditori interni del suo partito. Ha fatto prevalere la ragion di partito. L'impossibile non lo si può ottenere e il realismo significa accettare la propria debolezza rispetto ad una seconda puntata al campidoglio fatta di boicottaggi di Palazzo Chigi e della Pisana.
Ogni marziano deve tornare su Marte perchè Roma deve tornare ad essere la mangiatoia terrena di sempre, di quando c'era Rutelli, di quando c'era Veltroni e di quando c'era Alemanno. 

LA TERZA VIA
Sul finale dopo aver annunciato la sua decisione aventiniana e parlato di altri possibili candidati della società civile, rivolto a Luigi Nieri, Marino ha urlato: "Luigi aiutami a convincerlo!!" .
Cosa voleva dire? Indiscrezioni dicono che Marino abbia cercato una terza via: Ad esempio, tentare di convincere Massimo Bray o altri. 
Ma, a meno che non riesca a tirare fuori dal suo cappello un coniglio che lasci di stucco l'intera città, possiamo dire, sull'onda dell'emozione e del dispiacere, che stasera tutto è perduto e che il sogno è infranto. 
Che la mafia e la massoneria di questa città hanno vinto la partita contro un uomo onesto e testardo il quale, per tutelare la sua vita, ha deciso che è meglio affondare realisticamente di propria iniziativa piuttosto che rischiare di tentare l'impossibile e arrivare al ballottaggio con Raggi per riprendere il suo posto a Palazzo Senatorio.
Un caro saluto a tutti coloro che hanno tenuto viva, fino all'ultimo istante, la speranza.

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