mercoledì 24 febbraio 2016

Su Ignazio Marino una Procura a doppia velocità?

Forse non si è mai vista un'istruttoria e una chiusura indagini così tempestiva alla Procura di Roma: Da un esposto depositato alcuni mesi fa sulla rendicontazione delle spese istituzionali del Sindaco Marino, risulterebbero, secondo i PM, nei suoi 28 mesi di mandato, spese per ristoranti per 12716 euro, senza giustificativi regolari e con firma "apocrifa" (?) presso la sua segreteria.
"Finalmente una Giustizia celere che funziona!" potremmo dire.
Una giustizia anche trasparente che, per tutto il tempo delle indagini, è stata seguita passo passo in diretta dai maggiori quotidiani nazionali. Dai particolari trapelati, sembrava quasi che avessero delle cimici negli uffici del PM.
Alcuni giornali hanno riferito addirittura del dispiegamento di corposi apparati della guardia di finanza in numerosi ristoranti italiani a caccia di menù e di testimoni.
Insomma oggi sono sotto diverse inchieste Ignazio Marino e Giovanni Caudo, due uomini provenienti dal mondo universitario che in 28 mesi hanno osato toccare i "fili dell'alta tensione" misurandosi nel Governo di Roma con le peggiori mafie partitiche e criminali, interne ed esterne al Campidoglio.
Per dimostrare questa doppia velocità giudiziaria noi vogliamo ricordare due importanti inchieste presso la Procura di Roma:
1) 1998, L'intossicazione per Salmonella di 182 alunni in alcune scuole di Roma: Ci vollero 12 anni per esaurire il processo penale con il riconoscimento delle responsabilità della cooperativa di ristorazione "La Cascina", ente gravitante nell'orbita di Comunione e Liberazione. E non é finita: E' in corso dal 2010 l'azione civile per il risarcimento alle famiglie. 18 anni totali... finora.
2) Morti per Leucemia a Cesano e dintorni. Merita menzione un'altra inchiesta scaturita da un esposto dei cittadini del 2001 sulle morti per leucemia nel territorio di Santa Maria di Galera,  intorno alle antenne di Radio Vaticana e della Marina militare, in località Santa Rosa.
Nonostante la conferma del nesso tra onde elettromagnetiche delle sorgenti suddette e le leucemie, come risulta dalla perizia medico-scientifica disposta dal Tribunale di Roma, quell'inchiesta giudiziaria risulta in stallo da oltre un decennio.
Sono cambiate oggi le cose in Procura? Ci fa piacere sapere di questa maggiore celerità istruttoria nei confronti di Marino.
Ciò fa ben sperare tutti i cittadini sul miglior funzionamento della Giustizia.

A proposito del reato di "peculato", ci vengono in mente due arresti per "peculato" nel marzo 1988: i giornalisti antimafia Saverio Lodato e Attilio Bolzoni
Tutti ricordano quel fatto ma non tutti ricordano che 48 ore prima il loro arresto fu chiesto pubblicamente, con dichiarazioni riprese dalle agenzie, dagli onorevoli Salvo Lima ed Aristide Gunnella.
La loro colpa era quella di aver pubblicato il diario del Sindaco Giuseppe Insalaco ed
i verbali con le confessioni del pentito catanese Calderone.
Dice Lodato: "Risultato fu che il peggior potere politico siciliano chiese e la Procura di Palermo, la magistratura che in quel momento era al centro di comando rispose: 'ubbidisco'. Questo era il contesto di allora. Lo dico da semplice cittadino. Le pressioni alte ci furono. Falcone prese le distanze da quell'arresto dicendo pubblicamente che era inconcepibile...”.
Sciveva Falcone: "..bisogna che tutti si rendano conto che il modello di magistrato inerte e privo di spirito di iniziativa, se poteva essere rispondente alle esigenze di un determinato periodo storico e funzionale a un determinato equilibrio socio-politico, non è mai stato fondato su un uso legittimo dei poteri istituzionali”.
Scarpinato ha ricordato, in un recente convegno organizzato a Palermo,  le pressioni su Chinnici, per rallentare o effettuare certe indagini, dall'interno degli stessi uffici giudiziari Palermitani. Del resto i riferimenti sono contenuti negli stessi diari di Chinnici.
Scarpinato, nella sua relazione, ha ricordato anche il caso Impastato ed il depistaggio accertato dalla Commissione parlamentare antimafia da parte della polizia giudiziaria." (Fonte: www.antimafiaduemila.com)
Nulla a che fare con i tempi odierni e non ci permetteremmo mai di fare un paragone tra il Tribunale di Palermo di allora con il Tribunale di Roma di oggi.
Esiste solo un elemento comune tra la Palermo del 1988 e la Roma del 2016:
Di Mafia si parlava allora a Palermo, e di Mafia si parla oggi nella Capitale, con tutte le sue derivazioni 'ndranghetiste e camorristiche, e con tutti i suoi riflessi sull'edilizia, sugli appalti, su rifiuti e gassificatori, sul demanio pubblico, sugli appetiti per le olimpiadi, e sul conseguente fango contro chiunque si opponga alle cosche politiche e criminali.

Il Marziano Libero blogger

1 commento:

  1. INVASIONE DI CAMPO NON ACCETTABILE E IMPERDONABILE.
    OFFESA ALLA DEMOCRAZIA E ALLA NOSTRA INTELLIGENZA.
    METODO BOFFO, EVIDENTE.

    RispondiElimina

Esprimi pure il tuo commento. Il confronto rispettoso dei punti di vista è ricchezza per l'umanità