"Gli ultimi giorni del coccodrillo" è il film documentario della giornalista Claudia Daconto su quanto è accaduto in Campidoglio durante la consiliatura del Sindaco Marino.
Si racconta anche l'epilogo della vicenda culminata con le dimissioni notarili di una maggioranza spuria di 26 consiglieri per costringere il Sindaco a cadere.
La giornalista ci spiega che il "Coccodrillo" nel titolo rappresenta il PD come l'animale feroce che divora le sue creature e quindi divora le speranze dei tanti cittadini che ci avevano creduto, dopo la vittoria elettorale del 2013.
Inoltre il "termine "Coccodrillo" vuole anche riferirsi al finto dispiacere e alle finte lacrime postume per quanto accaduto".
Nella realtà, invece, i protagonisti appaiono compiaciuti rispetto al fatto commesso (ndr).
Mercoledì 17 febbraio alle ore 17.30 il docufilm verrà proiettato in anteprima presso la "Città dell'Altra Economia" dove sono stati invitati tutti i protagonisti.
Nel film ci sono interviste ai noti personaggi che hanno partecipato all'"accoltellamento": Orfini, i consiglieri dimissionari.
Interviste anche ai minisindaci che hanno dovuto subire passivamente la decisione del loro partito.
Viene data la parola anche a Fabrizio Barca e ai "circoli cattivi", circoli che, alla fin fine, sono fatti di persone la cui vita è ruotata intorno al partito.
Ognuno espone il suo vissuto, alcuni consiglieri ricorrono alla rappresentazione verbale della "sofferenza patita" (?), quasi come se volessero convincere lo spettatore dell'umanità del loro gesto o della necessità razionale di quell'ammutinamento fuori dall'Aula Giulio Cesare. Il commissariamento del Partito, dice la giornalista, ha comportato la riduzione della democrazia.
Ma il grande assente del docufilm è proprio "Lui", il maggiore protagonista: Ignazio Marino.
Perchè? Dice la giornalista che le condizioni poste da Marino per accettare l'intervista non potevano essere accolte e quindi Marino rimane il grande assente e probabilmente lo sarà anche all'anteprima di Testaccio. Ci saranno, in compenso, tutti gli altri.
Riusciranno i nostri eroi a convincere i telespettatori?
Gli interrogativi che rimangono aperti sono:
1) Questo docufilm rappresenterà uno "spottone" elettorale per i personaggi del PD che hanno ordito la trama invereconda?
2) Questi consiglieri dimissionari pensano di potersi riscattare eticamente attraverso la loro telegenìa?
3) Oppure sarà uno squarcio di luce e di verità in mezzo a quel fumo mediatico creato ad arte da burattinai che avevano come obiettivo la caduta di un uomo non più controllabile?
Un uomo che portava tutte le anomalìe amministrative presso il procuratore Pignatone e la Guardia di Finanza
Un uomo che portava tutte le anomalìe amministrative presso il procuratore Pignatone e la Guardia di Finanza
Appena lo vedremo per intero approfondiremo l'argomento. Intanto registriamo le dichiarazioni radiofoniche dell'autrice Claudia Daconto la quale afferma che "l'esperienza Marino non va buttata perchè durante la Giunta Marino sono state fatte cose molto importanti per la città".
Il Marziano Libero Blogger
Caro Marziano Libero vedo che non mostri commenti sulla "serata del coccodrillo" che si è svolta il 17 sera. Il cosiddetto docufilm a mio avviso avrebbe ben potuto intitolarsi "le lacrime degli eroi" parafrasando un titolo famoso che parla degli eroi omerici. Sì perchè proprio come "eroi che piangono" e dunque come eroi particolarmente "dotati di umanità" vengono presentati i consiglieri e assessori PD della giunta Marino ai quali è stato ordinato dal "Kommissario" Orfini di recarsi dal notaio e dimettersi per far cadere il consiglio e quindi definitivamente il Sindaco Marziano. Quanto piangevano ! Come avevano sofferto in questo conflitto terribile tra la fedeltà al mandato popolare che li aveva eletti e la fedeltà al partito ! Ma poi, eroicamente, tutti dal notaio..... Che ci sarà di eroico poi, dovrebbero spiegarcelo, in una scelta evidentemente guidata dall'interesse personale ovvero dall'interesse a poter essere ricandidati dal PD nelle elezioni successive, cosa che non avrebbe potuto avvenire se, con scelta diversa e ribelle avessero sostenuto il sindaco marziano. Di solito gli eroi compiono gesti per impulso personale, gesti non richiesti da "superiori", gesti che non mirano a alvaguardare una carriera personale o una personale prospettiva futura. Compiono gesti, appunto eroici, perchè compiuti nel nome di un superiore interesse collettivo, non nell'interesse di un partito, nè per fedeltà ad un partito. Roma non aveva interesse ad essere commissariata, ma ad avere un sindaco (eletto dal 63% dei votanti) che continuasse ad agire e ad esercitare il suo diritto-dovere di governare.
RispondiEliminaGrazie delle osservazioni che condividiamo
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