Ieri allo stabilimento "Venezia" di Ostia c'erano una decina di poliziotti in divisa, armati, e alcuni in agenti in borghese.
Facevano parte della scorta e vigilanza per la tutela di 2 persone note che stavano tenendo un'assemblea con i cittadini di Ostia.
Parliamo di Federica Angeli, giovane giornalista de La Repubblica che vive sotto scorta dal 17 luglio 2013, minacciata di morte per aver svolto un'inchiesta sul racket degli stabilimenti balneari e per aver testimoniato su uno scontro a fuoco tra clan di Ostia.
L'altro è Ignazio Marino, sindaco di Roma minacciato di morte forse per aver liberato, assieme ad Alfonso Sabella, il mare di Ostia dal lungomuro a pagamento, o forse per aver azzerato con una delibera di giunta tutti i progetti di cementificazione dell'agro romano dentro e fuori il raccordo anulare, o forse per aver chiuso Malagrotta o forse per aver rimosso i camion bar dal colosseo.
C'erano circa 200 persone ad ascoltare Federica Angeli e Ignazio Marino, una platea attenta che ha partecipato con numerosissimi interventi.
Un segretario del circolo dei giovani democratici di Ostia ha pubblicamente lodato l'azione del sindaco Marino e. "a suo rischio e pericolo", lo ha invitato per domenica prossima alle 18 presso la sede del circolo.
Una coordinatrice del partito democratico, titolare di un'edicola, ha affermato con commozione che per la prima volta nella sua vita ha potuto vedere la legalità a Ostia grazie al Sindaco Ignazio Marino.
"A testa alta" è il concetto che ha ripetuto Federica Angeli la quale non ha abbassato la testa davanti alle minacce delle cosche e davanti alle menzogne messe in piedi per isolarla.
Due persone che si sono ritrovate insieme, unite dallo stesso destino di una scorta al seguito e dall'esempio generoso dato alla città di una condotta morale che non si piega nè alle mafie e nè alla politica collusa dei partiti. Partiti che agiscono spesso, come nel caso di Ignazio Marino, in sintonia con le finalità delle mafie stesse.
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